GERACE (RC) – La normativa anticorruzione e la sua applicazione da parte degli enti locali sono stati i temi al centro del seminario “Antimafia e anticorruzione: attuazione della normativa a livello decentrato” che si è tenuto a Gerace, nella Chiesa di San Francesco d’Assisi.
Il seminario, organizzato da Formez PA – Centro servizi, assistenza, studi e formazione per l’ammodernamento delle Pubbliche Amministrazioni, dal Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e dai Comuni di Gerace e Cittanova, è stato seguito da una folta platea costituita da addetti ai lavori (sindaci, segretari e dirigenti comunali), esponenti delle Forze dell’Ordine e delle Istituzioni provenienti tanto dal versante ionico quanto da quello tirrenico della provincia reggina.
Dopo i saluti dei sindaci di Gerace e di Cittanova, Giuseppe Varacalli e Alessandro Cannatà, è toccato a Vincenza Mantella, di Formez PA, dare inizio ai lavori illustrando il progetto inerente gli “Interventi mirati al contrasto della corruzione nella Pubblica Amministrazione Centrale e Locale”. Tre le finalità del progetto: coadiuvare il Dipartimento della Funzione Pubblica sul piano tecnico-scientifico nell’elaborazione dei piani anticorruzione; formare e assistere tecnicamente le amministrazioni pubbliche nella lotta alla corruzione; sensibilizzare i cittadini – in primo luogo le giovani generazioni e gli studenti – diffondendo la cultura della legalità. Come sottolineato anche da Daniela Bolognino (Università Roma Tre), infatti, la Legge 190/2012 introduce, pur in ritardo rispetto, un sistema organico di prevenzione della corruzione, agendo su due livelli, quello del Piano Nazionale Anticorruzione e quello del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione che ogni pubblica amministrazione è tenuta ad adottare, incide allo stesso tempo e in maniera rilevante anche a livello culturale, a partire dalla rivalutazione della componente etica tanto da parte degli amministratori quanto dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni.
Gli interventi di Laura Savelli, dell’Istituto Grandi Infrastrutture, sul tema de “Le certificazioni antimafia alla luce delle novità introdotte dal D.lgs. 159/2011”, e del vice Prefetto Francesco Campolo su “Le white list: aggiornamento alla luce dell’art. 1, comma 52 della Legge 190/2012” si sono invece concentrati sulle criticità riscontrate, principalmente sul piano burocratico, nell’applicazione dei dettati normativi, fatto ovviamente salvo il riconoscimento al Legislatore del merito di aver fornito alle pubbliche amministrazioni, e dunque ai cittadini, – sia pur con colpevole ritardo sul recepimento delle disposizioni internazionali – degli strumenti capaci di creare un circolo virtuoso di legalità attraverso processi decisionali e comportamentali improntati ai principi di imparzialità, trasparenza e rispetto delle regole.
Il successivo confronto delle proprie esperienze professionali tra Elisabetta Tripodi e Maria Teresa Scolaro, rispettivamente sindaco di Rosarno e responsabile della Stazione Unica Appaltante della Provincia di Reggio Calabria, ha evidenziato le specifiche problematiche che si trovano loro malgrado a dover affrontare nella tutela del bene comune.
Saltata per impegni professionali dell’ultimissima ora la partecipazione del Procuratore Nicola Gratteri e del dottor Salvatore Gatto (T.A.R. della Calabria), il seminario ha quindi vissuto la propria parte conclusiva con un dibattito tra i relatori e alcuni degli addetti ai lavori che non hanno voluto perdere l’opportunità di ottenere chiarimenti e formulare proposte in merito a una normativa che agisce su un fenomeno che condiziona purtroppo ancora fortemente – e in egual misura – il livello di civiltà e l’economia del nostro Paese.