La Reggina compie 100 anni. La storia del popolo amaranto…

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Di – Pasquale Barreca  La  Reggina festeggia un secolo di calcio, un secolo di sconfitte e di vittorie, di ascese e di declini, pagine di sport, di uomini, di trofei e anche di errori, di una realtà che è sopravvissuta al fallimento e che ha saputo, negli anni, risalire la china dalle serie minori fino alle più folgoranti vittorie in serie A. Ripercorriamo le tappe che hanno segnato un secolo di calcio a Reggio Calabria.

Era l’undici gennaio del 1914, quando sessantuno impiegati pubblici sottoscrivevano un atto collettivo con il quale si impegnavano al versamento annuo di una quota di quindici lire a testa e davano origine all’Unione Sportiva Reggio Calabria. In quegli anni non si disponeva di un vero e proprio campo sportivo e si era soliti disputare le partite presso i cosiddetti “Campi francesi”: dei terreni di gioco in terra battuta, ubicati presso l’attuale zona degli Ospedali Riuniti e del rione Modena. Fu solamente nel 1922 che nacque il primo vero stadio: la Lanterna Rossa, situato nei pressi della darsena del porto ed inaugurato nel 1924. Nel 1926 a causa di lavori all’interno del porto, venne ordinato lo sgombero della Lanterna Rossa a ciò seguì l’abbandono di ogni attività sportiva. Fu Giuseppe Vilardi a rilevare la società, nel 1928, e a rinominarla Unione Sportiva Reggina con sede in via Demetrio Tripepi. E fu lui a costruire un nuovo impianto di gioco. Nacque il Sant’Anna: un campo ottenuto grazie alla spianatura di un terreno nell’omonimo rione della città. L’inaugurazione avvenne il 4 novembre 1928: l’U.S. Reggina perse contro il Vomero di Napoli per 0-3. Nel 1932, in occasione della settima giornata di campionato di Prima Divisione 1932-1933 Reggina – Siracusa, venne inaugurato lo stadio Michele Bianchi dove oggi sorge l’attuale Oreste Granillo di via Galilei, nella zona sud della città. Il 17 novembre del 1934 l’Unione Sportiva Reggina cambiò nome in Associazione Sportiva Reggina, in quanto divenuta società polisportiva e disputò la Serie C nel 1938-1939. Tra il 1940 ed il 1944 non venne svolta alcuna attività. Tuttavia nel 1944 l’A.S. Reggina rivide la luce: grazie agli sforzi del cavaliere Andrea Giunta, la società iniziò a disputare alcune partite contro le truppe alleate stanziate tra Reggio e Messina. Nel novembre dello stesso anno si iscrisse al campionato provinciale di Prima Divisione. La squadra riuscì a vincere il girone A, ma la FIGC le impedì di prendere parte alla fase finale del campionato a causa di irregolarità nel trasferimento del calciatore Caridi. Nell’immediato dopoguerra, l’A.S. Reggina viene ammessa per meriti sportivi alla Serie C 1945-1946. La squadra mantiene la categoria fino al 1951-1952. Nel 1951 la società si rese responsabile di un caso di corruzione: in occasione della trasferta a Catanzaro, un dirigente della società cercò di corrompere il calciatore catanzarese Ziletti per indurlo ad agevolare la Reggina. Il tentativo di illecito venne scoperto e la Reggina, penalizzata di ben 17 punti, retrocesse nel campionato di IV Serie 1952-1953. La società ritrova la Serie C, dopo quattro anni in IV Serie, sotto la guida dell’allenatore Oronzo Pugliese. In quegli anni vestono la casacca amaranto giocatori come Erminio Bercarich, centravanti di Fiume che segna 70 goal con la Reggina fra il 1945 ed il 1949;  Alberto Gatto, bandiera per gli amaranto, che giocò nella Reggina 361 partite segnando 48 gol. Dopo qualche anno di assestamento, nella stagione 1964-1965 la Reggina, guidata dall’allenatore Tommaso Maestrelli, riesce a centrare l’attesa prima promozione in Serie B e a sfiorare, l’anno dopo la Serie A, perdendola per un solo punto all’ultima giornata e chiudendo quarti in classifica.La Serie B 1968-1969 vede in panchina Armando Segato, e giungono in riva allo Stretto giocatori come Nedo Sonetti ed il futuro campione del mondo Franco Causio. La squadra è di nuovo in lotta per la Serie A, ma l’obiettivo sfuma alla quartultima giornata in seguito alla sconfitta casalinga per 0-1 contro il Catania; la Reggina conclude quinta. Nel 1973-74 la Reggina retrocede in C e inizia una altalena tra Serie C1 e Serie C2. Il 1986 (allenatore Albertino Bigon) viene ricordato per l’acquisizione della società da parte di una nuova cordata di imprenditori reggini che, dopo il fallimento della precedente società, trasformano l’Associazione Sportiva Reggina nell’attuale Reggina Calcio S.p.A. mantenendo il titolo sportivo. La squadra conclude sesta nel girone B della Serie C1 1986-1987. Nella stagione 1987/1988 la Reggina, allenata da Nevio Scala, arriva terza nel girone B della Serie C1 due punti dietro le prime Licata e Cosenza. Il previsto allargamento della Serie A da 16 a 18 squadre prevede una promozione in più in Serie B. La Reggina gioca lo spareggio per l’ultimo posto disponibile con la formazione terza arrivata nel girone A, la Virescit Boccaleone. Lo spareggio si gioca allo Stadio Renato Curi di Perugia il 12 giugno 1988 di fronte a 20mila tifosi: la Reggina vince per 2-0 (gol di Giuseppe Bagnato e Tarcisio Catanese) e ottiene la promozione in Serie B. Nella stagione 1988/1989 la Reggina è allenata ancora da Nevio Scala. Grazie anche ai gol di Vincenzo Onorato e le parate del portiere Mauro Rosin, arriva quarta a pari merito con Cosenza e Cremonese. In base alla classifica avulsa Reggina e Cremonese si disputano l’ultimo posto utile per la Serie A. Lo spareggio disputato a Pescara il 25 giugno 1989, con un seguito di 23.000 tifosi reggini, vede la vittoria della Cremonese ai rigori grazie alla trasformazione decisiva di Attilio Lombardo dopo l’errore dal dischetto di Pietro Armenise. Nella stagione 1990-1991 la squadra è allenata prima da Aldo Cerantola, poi da Francesco Graziani infine ancora dallo stesso Cerantola. La squadra arriva diciottesima ed è pertanto retrocessa. All’inizio della stagione 1991-1992 il presidente Benedetto si dimette dalla carica (restando comunque nella società) e viene sostituito da Lillo Foti, all’epoca socio ed amministratore delegato. La Reggina conclude ottava nel girone B della Serie C1. Nella stagione 1993-1994 la Reggina, allenata da Enzo Ferrari, cerca di contendere per tutto il campionato la prima posizione al Perugia. Il secondo posto in classifica generale la costringe a disputare i play off, introdotti proprio in quell’anno. L’avversario della semifinale è la Juve Stabia e la Reggina, dopo una sconfitta per 2-0 in Campania, rimonta in casa andando ai supplementari nei quali segna un altro goal contro i due degli avversari che passano il turno. L’anno dopo con allenatore Giuliano Zoratti, la squadra vince il girone B della Serie C1 e viene promossa in Serie B. Grande merito venne attribuito all’attaccante Alfredo Aglietti, che con 20 realizzazioni diviene capocannoniere del torneo, segnando anche il goal della virtuale promozione nella trasferta di Avellino. Nella stagione 1995-1996 la Reggina disputa un campionato difficile e viene salvata dall’allenatore delle giovanili Franco Gagliardi, che riesce a vincere le ultime quattro partite. Nella stagione 1996/1997 la squadra amaranto inizia con quattro sconfitte e sei pareggi nelle prime 10 partite. L’allenatore Adriano Buffoni viene esonerato e sostituito da Vincenzo Guerini, che guida la Reggina fino al decimo posto finale. In questo campionato si mette in luce il bomber Davide Dionigi, che con 24 goal è il capocannoniere della Serie B. Si arriva alla stagione 1998/1999, l’anno che nessuno potrà mai dimenticare, la Reggina conquista il 4º posto utile per la prima storica promozione in Serie A! (squadra prima allenata da Elio Gustinetti che viene licenziato a 6 giornate dalla fine con “ maciste” Bruno Bolchi). E’ il 13 giugno 1999, quando vincendo 2-1 al Delle Alpi di Torino contro il Torino già promosso di fronte a 60.000 spettatori (vantaggio iniziale di Cozza, momentaneo pareggio di Ferrante e infine gol di Tonino Martino). La prima partita della storia della Reggina in Serie A è contro la Juventus allo Stadio delle Alpi di Torino: finisce 1 a 1. A fine stagione conquista la salvezza: l’allenatore è Franco Colomba ed in rosa vi sono giocatori quali Andrea Pirlo, Roberto Baronio e Mohammed Kallon. Nella stagione successiva la squadra amaranto,  dopo la vittoria iniziale con l’Inter, inanella otto sconfitte consecutive (dalla seconda alla nona giornata) ma riesce a recuperare e a chiudere tredicesima con 37 punti, a pari merito con Lecce e Verona. In base ad una peggiore classifica avulsa deve giocare lo spareggio per non retrocedere contro il Verona: dopo aver perso per 1-0 nella città veneta il 21 giugno 2001, vince tre giorni dopo a Reggio Calabria per 2-1. Ciò non basta ad evitare la retrocessione, in virtù del gol segnato in trasferta dai veronesi. Un evento raro della stagione è il gol realizzato dal portiere Massimo Taibi in occasione della partita Reggina-Udinese del 1º aprile 2001. Nella stagione 2001/2002 i reggini sono guidati sempre da Franco Colomba; mantengono in organico molti giocatori da Serie A e ottengono la promozione con una giornata d’anticipo (classificandosi terzi) ai danni del Napoli che bloccano in casa 1 a1. Nella stagione 2002/2003 la Reggina è allenata da Bortolo Mutti, il quale viene sostituito alla nona giornata da Luigi De Canio. Molti acquisti arrivano con il mercato di gennaio: si ricordano il difensore Stefano Torrisi, dei due esterni Gianluca Falsini e Aimo Diana e dell’attaccante Emiliano Bonazzoli. Oltre a Bonazzoli, in attacco la rosa è composta da David Di Michele, Francesco Cozza e Shunsuke Nakamura. Nel corso della stagione la Reggina e riesce a raggiungere il dodicesimo posto in compagnia di Modena, Empoli ed Atalanta. Alla fine però la classifica avulsa costringe ancora la Reggina a spareggiare per non retrocedere: questa volta con l’Atalanta. L’andata dello spareggio si gioca a Reggio Calabria il 29 maggio 2003 e finisce 0-0. Il ritorno, in programma per il 1º giugno, viene posticipato di un giorno a causa di un violento acquazzone. La Reggina, dopo essere passata in svantaggio, si impone per 2-1 con le reti di Francesco Cozza ed Emiliano Bonazzoli, ottenendo pertanto la salvezza. Nella stagione 2004/2005 la Reggina affida la panchina a Walter Mazzarri, proveniente dal Livorno. La squadra conclude al decimo posto. Per la prima volta si disputa in Serie A il Derby dello Stretto contro il Messina. Nella stagione 2005/2006 la Reggina si salva a tre giornate dalla fine, battendo il Messina il 30 aprile 2006 per 3-0. A seguito dello scandalo del calcio italiano del 2006, il 7 agosto 2006 la Reggina viene deferita per violazione degli articoli 1 e 6 del regolamento federale (illecito sportivo), essendo accusata per responsabilità diretta del presidente Lillo Foti. A processo concluso la Reggina viene condannata a scontare quindici punti di penalizzazione nel campionato di 2006/2007. Il 12 dicembre 2006 arriva uno sconto di 4 punti, che porta a 11 i punti di penalizzazione. La Reggina conquista 40 punti (51 considerando la penalizzazione) e raggiunge la salvezza. In rosa vi è la coppia d’attacco più prolifica del campionato: Nicola Amoruso (17 gol) e Rolando Bianchi (18 gol). Il 20 maggio 2009, dopo 7 anni consecutivi, la Reggina retrocede matematicamente in Serie B, chiudendo penultima in classifica. L’11 giugno 2009 viene ingaggiato come allenatore Walter Novellino, per ricondurre la squadra in Serie A. Viene acquistato Sergio Volpi, successivamente l’attaccante Emiliano Bonazzoli e il laterale Antonio Buscé. La squadra però raggiunge la salvezza aritmetica all’ultima giornata di campionato. Il 16 giugno 2010 la società ingaggia come allenatore Gianluca Atzori, il quale nella stagione guida la squadra sino ai play-off validi per la promozione in Serie A. La Reggina perde però in semifinale contro il Novara, in virtù di due pareggi (0-0 in casa, 2-2 in trasferta). Tra bassi e bassi si arriva alla stagione attuale, dove il caos societario sembra governare, proseliti di promozione rilevatesi al momento solo fumo negli occhi, cambi di panchina senza una logica, giocatori senza stimoli e sotto rendimento a loro chiediamo di non farci ricordare l’anno del centenario con una retrocessione perché alla fine la storia la scrivono gli uomini che si devono riconoscere in questa maglia e insieme ai tifosi “quelli veri” diventare una sola anima capace di imprimere il proprio marchio e ricordare il centenario come l’anno iniziato male ma…..

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