RENDE – Ieri pomeriggio l’Associazione Alt Art, dopo lo straordinario successo dell’anno scorso, ha inaugurato la seconda edizione della rassegna dedicata all’Eros, sempre sotto l’occhio attento del critico Gianfranco Lanbrosciano. E dopo la tenerezza di Maurizio Romani e l’audacia di Mario Polillo si passa alla sensualità di Elisa Vicari artista siciliana insignita del Premio Celeste per Merce in vendita, un lavoro attraverso il quale esprime la propria contrarietà, come donna e come artista, alla mercificazione del corpo e al conseguente annullamento del lato umano.
La fotografa con la mostra “Claudia”, che sarà visitabile fino al 28 febbraio, si concentra sul dettaglio giocando con uno dei simboli indiscussi dell’erotismo, le labbra femminili per realizzare uno studio sulla forma e sul colore. Una serie di scatti che immortalano labbra dotate di vita propria che imprigionano una lingua gioiosa alla ricerca del calore, in attesa del sapore, saliva pronta ad accogliere l’estasi. Un progetto che diventa sintesi della frantumazione del corpo umano che rimanda necessariamente verso la rivendicazione di una carnalità più autentica, spogliata dal proprio dover essere che abbatte qualsiasi barriera di protezione per abbandonarsi agli eterni inizi, al tremore dell’esplosione.
Ma non è tutto questa seconda edizione oltre agli scatti di Elisa Vicari ha visto come protagonista anche la poesia scandalosa di Duonnu Pantu, Domenico Piro il prete poeta di Aprigliano simbolo della licenziosità dialettale calabrese, considerato da sempre ”scustumatu” per via dei suoi versi peccaminosi.
Tra Cazzeide e Cunneide, i due poemi simbolo della letteratura erotica calabrese sono stati magistralmente recitati dall’attrice Francesca Marchese, le parole potenti e vergognose si fanno vita quando da semplice suono si trasformano in carne da annusare, toccare, una tempesta che ti sconvolge tanto da desiderare che il sereno arrivi il più tardi possibile.
Cari amanti oggi e non solo mettete da parte il pudore, non opponetevi alla forza travolgente del desiderio, fatevi polline per obbedire al vento perché questo è il solo modo per sentire veramente la vita e per citare il grande Duonnu Pantu ”Jati gridannu ppe tuttu lu munnu viva lu cazzu, lu culu e lu cunnu”.
Gaia Santolla