Una vittima sul lavoro per ogni giorno del primo mese del 2014

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RILEVATO UN SIGNIFICATIVO INCREMENTO RISPETTO A GENNAIO 2013 (+ 34,8 PER CENTO).  “UN ESORDIO NEGATIVO QUESTA PROIEZIONE DELL’EMERGENZA – COMMENTANO GLI ESPERTI DELL’OSSERVATORIO VEGA ENGINEERING – PER QUESTO E’ SEMPRE PIÙ INDISPENSABILE ED URGENTE CHE IL NUOVO GOVERNO AGISCA CONCRETAMENTE SUL FRONTE DELLA SICUREZZA SUL LAVORO”
Il primo mese dell’anno è stato segnato da 31 morti sul lavoro. Con un incremento rispetto a gennaio del 2013 pari al 34,8 per cento. Tragedie che si sono consumate da Nord a Sud del Paese, nei campi e sulle impalcature. E la caduta dall’alto continua ad essere la causa di morte più frequente. Un dato davvero preoccupante soprattutto perché è la più drammatica testimonianza di una profonda lacuna che da anni continuiamo a rilevare sul fronte della sicurezza per i lavori in quota”.

A disegnare con puntualità contorni e contenuti dell’emergenza ‘morti bianche’ è l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre che invita il nuovo Governo “a sostenere la maggiore diffusione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro. Perché – spiegano gli ingegneri mestrini – il lavoro non debba più essere sinonimo così frequente di morte”.
E a contare il maggior numero di vittime a gennaio 2014 è il Lazio (6 infortuni mortali); seguito da: Sicilia, Toscana, Piemonte ed Emilia Romagna (3), da Abruzzo, Liguria, Campania e Veneto (2).  Una vittima in Trentino Alto Adige, in Calabria, in Sardegna, nelle Marche e in Puglia.
Il 25,8 per cento degli incidenti si è verificato nel settore agricolo, il 22,6 per cento nelle costruzioni, quasi il 10 per cento nel settore dei trasporti, magazzinaggi e comunicazioni.
La prima causa di morte è la caduta dall’alto (38,7 per cento dei casi di gennaio), seguita dal ribaltamento di un mezzo/veicolo in movimento (22,6 per cento) e dallo schiacciamento (12,9 per cento).
Diversa invece la fotografia della tragedia sulla base delle incidenze della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa e dove a condurre le fila in questo primo mese del 2014 si trova l’Abruzzo (con un indice di incidenza pari a 3,9 contro una media nazionale di 1,4).
Guardando alle classifiche provinciali è Roma ad emergere con il dato peggiore di tutto il Paese con 3 morti bianche seguita da Viterbo e Firenze (2).
Analizzando il panorama provinciale delle morti bianche rispetto alla popolazione lavorativa, la maglia nera spetta a Nuoro (17,5).
Gli stranieri deceduti sul lavoro sono 4 pari al 12,9 per cento del totale. La fasce d’età più colpite sono sempre quelle in cui l’esperienza dovrebbe insegnare a non esporsi al rischio (tra i 45 e i 54  anni e tra i 55 e i 64 anni).

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