E se è vero che la musica toglie il respiro e il ballo è qualcosa che si ha dentro, ce ne dà prova la dolcissima Carolyn Smith. Nota al grande pubblico come presidente di giuria nella trasmissione “Ballando con le stelle”. Un vulcano di energia che non molla mai, ”Believe in yourself. Don’t give up”, questo il suo motto che lo ha persino tatuato sul polso, insieme ad altri 8 tatuaggi, ognuno dei quali ha un grande significato. Ben 48 anni di carriera sulle spalle, determinata e semplice al tempo stesso. La incontriamo, accompagnata dall’amico e ballerino calabrese Mario Palermo in occasione della nuova apertura “Carolyn Smith Dance Center” di Sara e Catia Ferraro ad Acri. “La musica mi da tutto. Ascolto musica fin da bambina. La prima cosa che al mattino faceva mio padre era quella di accendere la radio. Ho sfogato la mia espressione energica attraverso la danza. Incoscientemente è una cosa eredita dalla mia famiglia: quasi tutti ballerini”, ci sussurra. Una lunga vita trascorsa tra passi di danza classica e la sua specialità: il ballo latino americano. Incantata dalla sua dolcezza e semplicità, ci emoziona con il suo racconto.
Carolyn Smith, una ribelle per natura?
Fin da piccola sono stata sempre iper attiva, proprio per questo mia madre mi fece frequentare una scuola di ballo, in questo modo sfogavo le mie energie. Non a caso, le prime scarpette da ballo furono quelle di tip tap. Sono abbastanza semplice ma complicata. Nel mio lavoro sono determinata. Nella vita normale sono dolce e ho tanti valori per la famiglia e per le cose semplici. Quando torno a casa apprezzo ancora di più quello che mi circonda.
L’elemento fondamentale per essere una brava ballerina?
Per me è necessaria la passione e la dedizione per qualsiasi disciplina artistica, senza ascoltare le discriminazioni che spesso ci sono negli spogliatoi. Io sono sempre andata avanti da sola. Son piccola, “Uno e 56 e una buona giornata” scherzosamente sorride ndr. Sono sempre stata muscolosa ma nonostante ciò si può fare di tutto.
Ballerina, coreografa e ora direttrice di diverse scuole di danza?
Ho sempre detto da giovane di non voler insegnare. Però più vai avanti e più ti rendi conto che ci sono diverse fasi della carriera. Prima Ballerina, poi competitrice ma successivamente arriva un momento in cui bisogna cambiare. Avevo bisogno di nuove esperienze e di una vita sociale. Ed è proprio per amore che lasciai l’Inghilterra e venni in Italia. Ero al vertice mondiale della mia carriera, ma lì ho troncato la prima fase e a soli 23 anni, ebbe inizio quella dell’insegnamento. Dopo la rottura del mio primo matrimonio ho capito che il mio amore era il ballo e sono tornata in Inghilterra, ricominciando a ballare samba, rumba, chachacha, paso doble e jive. Anche questo è durato poco, perché sono stata costretta dopo due anni ad operare le ginocchia. Un segnale, questo, che mi portò di nuovo ad insegnare e successivamente all’apertura di dodici sedi in Italia della “Carolyn Smith Dance Academy”.
Qual è la differenza tra la Gran Bretagna e l’Italia?
In Gran Bretagna c’è più disciplina mentre in Italia tanta passione e talento.
Che cosa ne pensa dei talent show?
Io lavoro per la rai ma guardo anche “Amici”. Non condivido il litigio in diretta tra insegnante e allievo. Non è di buon esempio per i ragazzi, quindi da una parte voto dieci ma dall’altra zero. Lavoro da sei anni con la produzione di “Ballando con le stelle”. Tutti iniziano per gioco e non si rendono conto quanto sia difficile la nostra disciplina, ma nonostante ciò tutti prendono la febbre della danza e portano via qualcosa di significativo. Per esempio, ricordo Irene Pivetti che aveva una fobia, non voleva essere toccata da nessuno. Aveva paura del linguaggio del corpo ma alla fine del programma è cambiata completamente. Il ballo cambia totalmente la vita!
Cosa manca ancora a Carolyn Smith nella sua vita?
C’è un po’ di roba. Sto lavorando ad alcuni progetti. Uno tra questi, è l’educazione attraverso la musica e la danza che coinvolge sia i giovani che i meno giovani ma in particolar modo anche i ragazzi che sono in ospedale. Grazie alla collaborazione con l’ospedale pediatrico “Bambino Gesù”di Roma, abbiamo trovato un sistema, che nonostante i giovani ammalati sono costretti a stare a letto, hanno la possibilità di ballare anche soltanto con le mani e con gli occhi divertendosi con la musica.
C’è qualcosa che l’ha tanto emozionata?
L’emozione più grande è vedere i miei ragazzi ballare. È un qualcosa che mi fa piangere di gioia.
VALENTINA ZINNO
Foto: Francesco Greco