RENDE (CS) – Ecco le verità sui debiti del Comune di Rende e la cattiva politica degli ex amministratori.
Per noi del M5S saper governare non significa essere bravi a creare – e poi a nascondere – i buchi di bilancio.
È sconfortante constatare che la propaganda di certa politica non arretra di un millimetro. In questi giorni leggiamo con interesse sulla stampa, insieme a tanti concittadini rendesi, gli ampi stralci della relazione della Commissione d’accesso antimafia, che spiegano bene “l’efficienza” del “modello Rende”, per cui i nostri timori su ciò che avveniva all’interno della macchina amministrativa erano non solo fondati ma, evidentemente, sottostimati.
Intanto torniamo sull’ultimo tentativo di infangare la bontà del nostro lavoro riguardo al ricorso al Tar contro il piano di riequilibrio finanziario predisposto dal Commissario Prefettizio (che
formalmente invitiamo a rendere pubblica la situazione finanziaria dell’ente ereditata).
Noi sappiamo bene che rinunciare alla sospensiva non equivale a ritirare il ricorso e non serve essere un giurista per discutere di ciò. Quando si inoltra un ricorso al Tar i suoi presupposti da
adempiere per la valutazione del giudice sono il “fumus boni iuris”, cioè la parvenza di legittimità che lo rende accoglibile, e il “periculum in mora”, cioè la possibilità che un ritardo della decisione nel merito provochi ulteriore pregiudizio. Dunque, se si ritenevano soddisfatte le due condizioni, perché si è rinunciato alla discussione sulla sospensiva? Questa avrebbe potuto
dare la possibilità ai ricorrenti di ottenere dal giudice, anche in caso di rigetto della stessa, la fissazione rapida dell’udienza di merito per la sollecita definizione del ricorso. Infatti la sospensiva offre l’accelerazione del processo del merito, in quanto vi è una sostanziale anticipazione delle valutazioni delle questioni del merito stesso.
Avendo questa possibilità doppia, voi, dopo la baldanzosità con cui era stato proposto sui giornali il ricorso, se avete rinunciato non è certo per aspettare la discussione del merito, ma per ciniche valutazioni di opportunismo politico: come fuga da una possibile sconfitta e speranza di giocarvi la campagna elettorale dicendo, invece, che il ricorso è ancora in essere.
Nel merito del provvedimento che avversate, e dato che amiamo la verità, ecco qualche dato utile, elaborato sia dalla gestione commissariale che della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti per la Calabria, su una serie di elementi significativi che negli anni passati hanno determinato un’esposizione finanziaria enorme dovuta da diversi fattori:
1- Presenza di un disavanzo di amministrazione accertato con l’approvazione dei rendiconti di gestione degli esercizi finanziari 2010-2011-2012 non interamente ripianato;
2- Debiti fuori bilancio riconosciuti derivanti da sentenze esecutive e da acquisizione di beni e servizi relativi agli esercizi finanziari 2011-2012, finanziati con i proventi delle alienazioni immobiliari non completamente realizzati;
3- Debiti fuori bilancio non riconosciuti e maturati nei confronti della società partecipata Rende Servizi;
4- Debiti fuori bilancio rilevati e censiti dagli uffici e da finanziare;
5- Debiti fuori bilancio maturati fino all’anno 2012 e non riconosciuti dal consiglio comunale;
6- Elevato tasso di formazione di residui passivi e difficoltà nella riscossione dei residui attivi iscritti in bilancio;
7- Sottostima delle spese correnti con contestuale formazione di debiti fuori bilancio per prestazioni di servizi, forniture, somministrazione e affidamenti di incarichi legali.
Il tutto, per milioni e milioni di euro che, grazie “all’efficienza” di cui si sono sempre vantati i nostri ex amministratori, dovremo pagare con lacrime e sangue. E non si dica che si potrebbe fare
diversamente poiché, a fronte di questo scenario, la necessità di attivare le procedure di riequilibrio finanziario, previste dall’art. 243-bis del D.lgs n. 267/2000, erano non solo dovute e irrinunciabili, ma rappresentavano l’unica strada percorribile per recuperare il deficit di bilancio e arrivare a una sana gestione finanziaria del nostro Comune.
Ora per gli ex amministratori di Rende l’unica replica possibile è continuare ad affermare che il saper amministrare consiste nell’esser bravi a creare – e poi a nascondere – i buchi in bilancio. E nel contempo attaccare chi prova a fermarli!
Ci vediamo in Comune, sarà un piacere.