All’Università della calabria presentato il catalogo del fondo ‘Goffredo Gambarara’

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Daniele Gambarara, al tavolo da sx Leonardo Passarelli e Giovanna Capitelli
Daniele Gambarara, al tavolo da sx Leonardo Passarelli e Giovanna Capitelli

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – Presso l’Università della Calabria nei giorni scorsi è stato presentato il catalogo a stampa del Fondo ‘Goffredo Gambarara’, una donazione alla biblioteca di area umanistica di 615 volumi di difficile reperibilità, riguardanti il settore storico-artistico. È stato Daniele Gambarara insieme alla sua famiglia ad aver donato, nel luglio dello scorso anno, questa rara collezione di libri provenienti dalla biblioteca privata del padre, Goffredo Gambarara (1910-1988), dirigente della Banca Nazionale dell’Agricoltura: il patrimonio libraio della biblioteca è stato così arricchito. Si tratta in gran parte di cataloghi d’arte pubblicati tra il 1960 e il 1980, periodo nel quale le principali banche italiane finanziavano progetti editoriali di altissima qualità scientifica e artigianale.

Il catalogo, curato nella parte grafica da Aldo Presta, è stato presentato da Carmela Reale. Il presidente della Biblioteca di Area Umanistica ha messo in luce il valore della donazione.

Per Daniele Gambarara, docente Unical di Filosofia del linguaggio, i “fondi specializzati” come quello donato dalla sua famiglia costituiscono il valore aggiunto e la peculiarità delle biblioteche universitarie. Il docente ha, inoltre, ringraziato chi ha contribuito alla realizzazione del catalogo.

Anna Teresa Crimi, curatrice del catalogo insieme a Francesca Rota, si è soffermata sulla decorazione in oro zecchino di un particolare volume del fondo. Leonardo Passerelli, docente di storia dell’arte contemporanea, ha fatto notare quanto sia fornito il catalogo e, perciò, quanto sarà utile per gli studenti, anche per quanto riguarda la sua materia.

Giovanna Capitelli per il catalogo ha curato la consulenza scientifica. La docente di storia dell’arte moderna ha sottolineato che proprio in quel momento storico le banche finanziavano simili progetti editoriali. Potevano durare anche 10 anni pur di offrire un prodotto di somma qualità e consentivano di avviare una filiera che coinvolgeva figure professionali come i cromisti. Questi si occupavano di conferire alla stampa della foto dell’opera d’arte la stessa colorazione che aveva se vista dal vivo, tant’è che da tutta europa i cataloghi di mostre venivano stampati in Italia. Un altro prodotto Made in Italy a cui abbiamo dovuto rinunciare, a parte qualche raro caso attivo solo nel Nord del nostro Paese. Ma il Fondo Goffredo Gambarara è solo l’inizio di un progetto ben più ampio, avviato dalla docente in collaborazione con la B.A.U. (Biblioteca Area Umanistica), sull’osservatorio sull’editoria d’arte promosso dalle fondazioni bancarie. Già vi si sta lavorando in modo da poter usufruire di altre donazioni di testi rari di alta qualità finanziati dalle banche.

Giovanna Capitelli ha passato la parola a tre ragazze neolaureate, Laura Cristofaro, Marianna Leone, Graziella Mazza. Le tre, coinvolte nel progetto proprio per le loro conoscenze specialistiche, si sono occupate della selezione iconografica.

Raffaele Perrelli, direttore del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Unical, ha rimarcato l’importanza del processo innovativo e tecnologico di digitalizzazione delle opere e delle riviste della biblioteca, per offrire un servizio di consultazione più immediato e raggiungere gli standard dei sistemi bibliotecari europei.

Ha chiuso la presentazione Gabriella Donnici. La direttrice della biblioteca umanistica ha parlato degli spazi limitati della biblioteca, sia per quanto riguarda le sale lettura sia per i libri che a volte devono rimanere imballati negli scatoloni. Ha fatto, quindi, appello all’Ateneo affinché si trovi una soluzione a questi disagi.

Gli interventi della presentazione fanno pensare che in un contesto come quello odierno, dove l’arte e la cultura sono tagliate fuori da ogni genere di finanziamento, una donazione da parte di privati cittadini diventa un modello di comportamento coerente con i valori di grande umanità che le discipline umanistiche “producono”, giusto per utilizzare un vocabolo tanto caro a chi investe solo dove si può intravedere un guadagno.

 

A.I.

 

 

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