ROMA – Uomini della Dia hanno fermato questa mattina in un albergo della capitale in via Veneto l’ex ministro Scajola.
L’operazione rientra nell’indagine “Breakfast”, che da più di due anni vede impegnata la Dia di Reggio Calabria nella ricerca dei reinvestimenti di capitali illeciti, movimentati dalla ‘ndrangheta in Italia ed all’estero.
Otto sono stati i provvedimenti complessivamente eseguiti. Gli indagati sono accusati a vario titolo di aver agevolato Amedeo Matacena – noto imprenditore reggino ed ex parlamentare – ad occultare la reale titolarità e disponibilità dei suoi beni, nonché di averne favorito la latitanza all’estero. Matacena infatti è latitante, dopo una condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa.
Nelle parole del procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho le motivazioni dell’arresto di Scajola: “Amedeo Matacena godeva e gode tuttora di una rete di complicità ad alti livelli grazie alla quale è riuscito a sottrarsi all’arresto”.
Personale della Dia di Reggio Calabria sta eseguendo numerose perquisizioni in Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Calabria e Sicilia, oltre a sequestri di società commerciali italiane, collegate a società estere, per un valore di circa 50 milioni di euro.
Ed è ancora in corso la perquisizione dell’ufficio di Scajola, in via Matteotti a Imperia. Secondo quanto appreso, l’ufficio era già presidiato da uomini in borghese già dalle prime luci dell’alba, quando sono scattati gli arresti. Quattro uomini della Dia accompagnati da una impiegata stanno cercando carte e documentazione bancaria nell’ufficio dove per anni Scajola ha tenuto riunioni e svolto la sua attività politica. E’ stata Roberta Sacco, la storica segretaria di Claudio Scajola, arrestata stamani a Imperia, a accompagnare nell’ufficio di via Matteotti gli uomini della Dia. Intanto, secondo quanto appreso, è in corso anche la perquisizione della villa di Scajola, sulle colline di Imperia.