Sanità: 52mila i calabresi che si curano fuori. Record per i malati oncologici

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REGGIO CALABRIA – Non è una novità: la sanità calabrese collassa a vista d’occhio; dati alla mano sulle cure fuori regione lo attestano, per i malati di tumore, nel report della Federazione delle associazioni di volontariato presentato ieri a Roma in occasione della Giornata nazionale del malato oncologico.

Dalla Calabria, infatti, per la Favo si sono spostati 52 mila pazienti con problemi oncologici per cercare, lontano dalla propria regione di nascita, una speranza di sconfiggere il male.

La cifra sui flussi migratori dei malati colloca la Calabria al secondo posto dietro la Campania (al primo posto con 58 mila spostamenti). Un dato che mette in evidenza i problemi della sanità calabrese, da anni alle prese con i tagli del Piano di rientro dal deficit. Segue poi la Sicilia (33 mila), l’Abruzzo (12 mila) e la Sardegna (10 mila).
A determinare la scelta di curarsi fuori, sono le liste d’attesa, che in media per la chirurgia oncologica raggiungono i 60 giorni, ma anche la mancanza di alcuni dispositivi come gli acceleratori lineari necessari per la radioterapia.

 

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