La protesta del gruppo “Ridateci il treno, siamo tutti pendolari”: <>

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GIOIOSA IONICA (RC) – Finisce il mese di agosto ma non i disagi dei pendolari che per lavoro/amore/diletto si ritrovano a dover/voler viaggiare lungo il nostro BEL litorale Jonico; purtroppo per loro il viaggio è stato forzatamente dirottato dal binario ferrato alla strada asfaltata ( funzionali al pari delle autostrade giapponesi nella prefettura di Fukishima subito dopo il noto disastro ambientale).

Molti di questi utenti forzatamente costretti a prendere solo l’autobus, si sono visti rimandare la loro prenotazione perché le compagnie di autolinee non riuscivano a soddisfare tutte le esigenze dei viaggiatori. C’è chi dal 28 agosto si è vista rimandare la partenza al 4 settembre e chi è salito nelle Città del Nord a passaggi e con mezzi di fortuna.

Le testimonianza e le denunce di questi sventurati possono essere lette liberamente sul Gruppo facebook: “Ridatemi il treno” che presto verrà rinominato“Ridatemi il BINARIO… e poi il TRENO”; Tutto ciò a causa di una politica di snellimento ed ulteriore isolamento della tratta ferroviaria jonica denominata “right sizing”. Entro dicembre 2014, infatti, secondo programmi di gestione di Rete Ferroviaria Italiana, quasi dieci stazioni, verranno declassate a “fermate”. Tecnicamente, tale declassamento consiste nell’ asportazione dei binari di precedenza ed incrocio e relativi apparati di segnalamento, che normalmente caratterizzano le stazioni ferroviarie, e che permettono di effettuare manovre dei convogli ferroviari, ed in particolare incroci tra treni marcianti in senso opposto, e precedenze, per esempio tra un treno più veloce che “supera” uno più lento.

Le stazioni che (per adesso) subiranno il definitivo taglio rimanendo a singolo binario, sono le seguenti: Marina di San Lorenzo, Bova Marina, Capo Spartivento, Ferruzzano, Ardore, Gioiosa Jonica, Caulonia, Riace, Squillace, Roccabernarda, Isola di Capo Rizzuto, Roseto Capo Spulico (già fatto) e Policoro-Tursi. E potrebbero non essere le uniche, in futuro.

Anche la stazione di Crotone, ormai ridotta a semplice impianto secondario è una delle vittime del “right sizing”.

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