ROMA – “Intervenire con la massima urgenza per arginare gli effetti della malattia dei ruminanti trasmessa da insetti ematofagi, del genere culicoides, nota come ‘lingua blu’ e debellarla completamente”.
Lo chiede il capogruppo Pd in Commissione Agricoltura alla Camera Nicodemo Oliverio che, in merito all’emergenza registrata in Calabria dal virus, ha sollecitato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin a predisporre un piano d’interventi tempestivi per fronteggiare questa emergenza”. La blue tongue (BT) risulta compresa fra le malattie della lista A dell’OIE (World organisation for animal health) per le quali l’Unione europea aveva previsto misure di lotta assai drastiche incentrate sull’ abbattimento e sulla distruzione di tutti gli animali infetti, sospetti, il che sarebbe equivalso alla distruzione di tutti i ruminanti allevati nelle aree colpite, in particolar modo nell’Italia centro-meridionale”. “La diffusione – continua Oliverio – riguarda, con intensità diversa, tutte le province della Calabria con parecchie decine di allevamenti ovi-caprini e bovini colpiti e centinaia di capi morti, abbattuti o infetti. La lista delle aziende colpite aumenta di giorno in giorno e vani risultano i tentativi di arrestare il virus della malattia messi in campo in modo sporadico. ” Ora, insiste Oliverio: “questa ulteriore emergenza che colpisce gli allevatori, non può essere considerata, in alcun modo, ‘sotto controllo’ da parte del Servizio veterinario regionale che, invece, brilla per la totale assenza, in questa fase di diffusione rapida della malattia favorita dalla stagione calda. Difatti la ‘task force’ istituita presso il dipartimento sanitario della regione non svolge una adeguata azione di contrasto alla diffusione della malattia, tant’è che non sono state emanate ai competenti servizi territoriali veterinari delle Asp direttive specifiche per affrontare il problema, così come, la stessa task force non svolge un efficace ruolo di coordinamento per assicurare efficacia agli interventi. Vi è da rilevare che solo qualche Asp ha proceduto autonomamente al necessario monitoraggio con le relative azioni di prevenzione e contrasto”
“La recrudescenza con la quale il virus della blue tongue si diffonde, pone degli interrogativi a cui i servizi veterinari regionali sono chiamati a dare urgenti risposte relativamente agli strumenti si è dato seguito nella regione al ‘Piano nazionale di sorveglianza’ predisposto dal Ministero della salute all’indomani dell’epidemia di ‘blue tongue’ che ha colpito l’Italia nel 2002, alla quantità di animali sui quali sono stati effettuati i controlli sierologici e virologici e come è stata individuata la rete di animali ‘sentinella’.
Oliverio chiede di sapere “se sono stati avviati e rispettati i controlli sugli animali previsti a cadenza mensile e/o quindicinale nei periodi stagionalmente liberi da vettori, se sono stati individuati gli insetti vettori da tenere sotto controllo e quale sorveglianza entomologica è stata attivata nelle zone ad alto rischio e a restrizione e se è stata effettuata la sorveglianza clinica per gli allevamenti ovi-caprini con infezione in atto e sono state effettuate le visite settimanali al fine di escludere la presenza di sintomi riferibili alla blue tongue”.
Secondo il parlamentare calabrese “la diffusione rapida della malattia per come si sta registrando in gran parte del territorio regionale è la dimostrazione della superficialità, delle inadempienze e del lassismo con cui la sanità calabrese ha inteso affrontare il problema blue tongue nella regione. Ancora una volta, questa emergenza, al pari di altre che riguardano la zootecnia calabrese, è la conseguenza di attività di prevenzione trascurate e ritenute inutili. Pertanto, oggi si registrano danni enormi che, sicuramente, l’attivazione di una rete di prevenzione adeguata avrebbe consentito di limitare notevolmente. L’avvio di tale rete non sarebbe stata una impresa titanica, in una regione come la Calabria, dove lo stesso servizio veterinario regionale dispone di centinaia di medici veterinari da impegnare in servizi di routine straordinari. Gli allevatori attraverso la diffusione della ‘blue tongue’ dovranno fare i conti con i danni economici conseguenti che, sicuramente, per molte aziende rappresenteranno il «colpo finale» alla possibilità di continuare nell’attività zootecnica, questo è un costo che gli allevatori non possono pagare, perché, non hanno alcuna responsabilità per la diffusione di un virus che è diretta conseguenza delle modificazioni ambientali e climatiche che interessano anche la Calabria”.
L’interrogante Oliverio ha spiegato che “le misure di controllo, in ottemperanza alla legislazione vigente, prevedono restrizioni notevoli: l’area sede delle aziende riscontrate positive viene dichiarata area infetta per un raggio di 20 chilometri, all’interno della stessa è vietata la movimentazione degli animali sia in entrata che in uscita. Per un raggio di 100 chilometri, attorno alle aziende colpite si deve realizzare un’area di protezione ed una di sorveglianza di raggio 50 chilometri attorno alla zona protetta. In tali aree, il servizio sanitario è tenuto ad individuare le strutture di macellazione immediata e ad attuare un piano vaccinale per la lotta all’infezione e la sicurezza degli scambi commerciali degli animali vivi. Le misure di salvaguardia, ad alcuni mesi dai primi casi rilevati, sono ancora in alto mare. Infatti, da parte della task force non sono stati predisposti le verifiche per, eventualmente, identificare le condizioni che consentono le deroghe alla movimentazione delle specie sensibili come, peraltro, la normativa prevede”. Il diffondersi del virus, in assenza di contrasto e senza l’adozione di un piano vaccinale controllato – afferma Oliverio – continua a provocare la morte di un numero altissimo di capi ovi-caprini nonché la diffusione della bleu tongue negli allevamenti di bovini. Da settimane, la diffusione della malattia indurrebbe alla adozione di contromisure che non possono essere quelle già previste dalle vecchie ordinanze con interventi su focolai sporadici. La paura che serpeggia tra gli allevatori è dovuta alla consapevolezza che in centinaia di allevamenti bisognerà procedere all’abbattimento totale dei capi con conseguenze economiche pesantissime, ciò porterà al conseguente mancato reddito e presumibilmente al completo abbandono delle attività. A fronte di tali rischi risulta di estrema gravità la totale assenza di ogni forma di coordinamento delle attività di contrasto da parte della task force regionale che ancora non è riuscita nemmeno a quantizzare il fenomeno”.
Oliverio ha sollecitato il Ministro Lorenzin a verificare i dati con precisione e in tempi brevi per poter quantizzare i danni che gli allevatori stanno subendo, altrimenti non si potrà neppure dare indicazioni sul fabbisogno finanziario da predisporre per i risarcimenti a sostegno delle aziende colpite sia per gli abbattimenti che per il mancato reddito oltre l’impossibilità di movimentare gli animali da commercializzare”. Inoltre, Oliverio ha chiesto al Ministro competente, in virtù del commissariamento del servizio sanitario regionale delle Calabria, se abbia attivato o vigilato sulle unità di crisi per le emergenze sanitarie; se risulti che siano state predisposte delle verifiche per modulare e rimodulare le aree infette e le zone di protezione e sorveglianza, allo scopo di evitare il blocco delle movimentazioni specialmente nelle aree a intensa attività e vocazione zootecnica, garantendo così la salvaguardia del patrimonio zootecnico; se il Governo stia predisponendo un piano d’interventi tempestivi per quantizzare i danni che gli allevatori stanno subendo”.