“Scale Model”, intervista ai registi Fabrizio Nucci e Nicola Rovito

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Fabrizio Nucci e Nicola Rovito. Ph. Pierpaolo Perri
Fabrizio Nucci e Nicola Rovito. Ph. Pierpaolo Perri

COSENZA – Dopo il successo riscosso con “Goodbye Mr. President” Fabrizio Nucci e Nicola Rovito, due giovani registi cosentini, ritornano sul grande schermo con un nuova produzione. Stiamo parlando del lungometraggio “Scale Model”, un mirabile esempio di cinema indipendente frutto di un’intensa e complessa campagna di crowdfunding.
La trama del nuovo film è cruenta, cruda nel suo succedersi di volti che appaiono colpevoli, poi innocenti e nuovamente rei, storie soffocate da peccati ascritti nel profondo inconscio di chi prima agisce e poi pensa. Un ridente paesino del Vergassano diviene così teatro di un omicidio senza precedenti, tutto ruota intorno ad un parricidio, alla morte di due anziani per mano di una figlia trangugiata dall’odio.
Come da uso ormai comune al delitto segue un impreciso e confusionario processo mediatico; il brutale, l’atto agghiacciante viene spettacolarizzato e gettato alla mercè degli spettatori ormai deliberatamente trasformati in giudici.
Ed è proprio in vista della presentazione ufficiale del film, che si svolgerà questa sera con replica il 27 ottobre alle ore 20.00 presso il Teatro Garden, che discorriamo direttamente con i registi dell’atteso “Scale Model”.

Fabrizio e Nicola il vostro lavoro è rivolto, ormai da tanto tempo, al cinema indipendente. Nel 2010 avete infatti fondato la casa cinematografica Open Fields Production, un piccolo posto al sole raggiunto con lavoro e sacrifici. Ma com’è nata la vostra passione per la regia?
Abbiamo entrambi sempre avuto la passione comune per il cinema in generale. Ovviamente, come per molti e per buona parte della nostra vita, abbiamo vissuto questa passione da semplici spettatori, seppur fin da piccoli – in modo indipendente l’uno dall’altro – ci siamo “cimentati”  a livello amatoriale in semplici montaggi video. Dopo aver frequentato lo stesso liceo, come compagni di classe, una volta terminati gli studi universitari e dopo aver dedicato alcuni anni ad altre professioni – senza mai perdere di vista, però, l’amore per il cinema – ci siamo interrogati sul fatto se questa passione potesse trasformarsi in un lavoro a tempo pieno. Alle fine abbiamo deciso di provarci per davvero, lasciandoci indietro le strade percorse fino a quel momento.

Dopo il grande successo del lungometraggio “Goodbye Mr. President”  avete iniziato a lavorare su un nuovo progetto: “Scale Model”, frutto di un’intensa campagna di crowdfunding. Quanto è stato difficile raccogliere i fondi per autofinanziarvi?
È stato sì difficile, ma al tempo stesso anche molto facile. Abbiamo ormai imparato che con molta dedizione e tanto sacrificio i risultati, prima o poi, arrivano. I frutti raccolti grazie a “Goodbye Mr. President”, l’entusiasmo creato fin da subito, rispetto al nuovo film, e tanto lavoro, anche su altri progetti susseguitisi durante l’ultimo anno, ci hanno permesso di raggiungere il budget, che sapevamo necessario per concretizzare “Scale Model”, in tempo per l’inizio della produzione.

Il nuovo lungometraggio ha una trama cruenta e complessa, tutto ruota intorno ad un parricidio. Due anziani trovano la morte per mano della propria figlia. Cosa vi ha ispirato?
Solitamente, quando pensiamo ad un nuovo progetto non partiamo mai da nulla di specifico, cerchiamo di abbandonarci alle idee che vengono e far sì che  siano queste a prendere la loro naturale forma e direzione.
Il processo creativo è sempre influenzato dall’emotività del momento e da tanti altri condizionamenti anche inconsci. Sicuramente, nella costruzione della storia di “Scale Model” hanno operato l’invasività dei mezzi di comunicazione della società moderna, le sempre crescenti difficoltà relazionali del mondo di oggi, contrapposte alle enormi possibilità comunicative disponibili, e l’evidente spettacolarizzazione del dramma, tipica dell’informazione per come siamo abituati a conoscerla.

Al delitto segue un processo mediatico, scatta dunque un meccanismo di condivisione e spettacolarizzazione del brutale a cui, purtroppo, oggi siamo tutti abituati. Nel film, a differenza di quanto accade nella realtà, lo psichiatra Guido Fermi riesce a comprendere le profonde motivazioni che hanno spinto la giovane donna a compiere un atto così cruento e contro natura?
Il duplice delitto è un po’ il pretesto per raccontare la vita dei due protagonisti, entrambi fagocitati da un mondo dove l’informazione è impazzita, al pari della società. Guido Fermi si interroga pubblicamente sui “perché” e i “per come”  dei fatti di sangue di cui tratta il suo show,  ma, in fondo , sembra intimamente e costantemente distratto da una profonda indifferenza rispetto a tutto. Per comprendere realmente il senso delle azioni dell’assassina, e il senso profondo della propria vita, dovrà compiere una scelta decisiva.

Scale Model è un vero e proprio noir quasi interamente girato nella città Bruzia. Ma quali sono stati, secondo voi, i ruoli più difficili da interpretare?
Ai due protagonisti, Emilia Brandi e Giovanni Turco, abbiamo assegnato  il compito più arduo:  portare sullo schermo personaggi ambigui e complessi, segnati da una vita fatta di menzogne,  apparenza e, soprattutto,  entrambi al bivio delle loro esistenze. La sfida è stata, però, non da poco per tutto il cast; numerosi gli intrecci, anche temporali, che la storia imponeva e l’essenzialità legata ad ogni singolo personaggio rispetto all’intera trama. Il puzzle, alla fine, si è composto alla perfezione e l’altissima resa e professionalità di ognuno degli attori ha permesso di raggiungere i risultati in cui confidavamo.

Nel nuovo lungometraggio figurano attori noti del panorama cosentino e calabrese. Ci presentate il cast di Scale Model?
Molti i nomi da citare, cominciamo da Emilia Brandi – già protagonista del nostro cortometraggio Re di Roma, vincitore del  I° premio come miglior corto genere drammatico all’ VIIIª  edizione del concorso IlCorto.eu . Poi abbiamo come co-protagonista Giovanni Turco, dalla nota professionalità ed esperienza e, a seguire, Paolo Mauro,  Francesco Aiello, Stefania De Cola, Elio Giacobini, Costanza De Lio, Massimo Zaccaria, Marco Silani, Giulia Galdo, Pino Torcasio, Gianni Pellegrino, Resj David, Ernesto Orrico, Barbara Pasqua (già presente in “Goodbye Mr. President”), Manolo Muoio, Cornelia Goletti, Elisa Ianni Palarchio, Alessandro Scanderberg, Graziella Gencarelli , Alessandro Chiappetta.
Infine, Dario De Luca e Saverio La Ruina, vincitore di tre premi UBU, come miglior attore italiano per Italianesi, miglior testo italiano per La Borto e direttore artistico Festival Primavera dei Teatri.

Questa sera ed il 27 ottobre il film verrà presentato in anteprima al Cinema Garden, quali sono le vostre aspettative? Vi siete fatti un’idea della reazione che potranno avere gli spettatori?
Noi speriamo in una serata in cui tutti possano divertirsi, a prescindere dal giudizio sul film (che confidiamo essere positivo!). Una serata dove ci si possa incontrare e discutere di cinema e non solo, riuscendo ad intercettare, anche, l’interesse di persone solitamente non fidelizzate al grande schermo.

Per chi è preda di un’irrefrenabile curiosità ecco il trailer ufficiale:

http://www.youtube.com/watch?v=kVTV76ysYmA&feature=share&list=PL5-P8qv2Qsiu-QaOlXYRpX_XQsDL5LbmC

Annabella Muraca

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