Gesù nacque povero, in una mangiatoia al freddo, riscaldato solo dall’asinello e dal bue. Lo racconta il presepe,simbolo, sin dalla notte dei tempi, della tradizione natalizia ed espressione religiosa del vero senso del Natale. La nascita di Gesù, la sua storia e la felicità perduta che diventa oggi un “must” da rincorrere. Un modo per ricordare il messaggio religioso, certo, ma allo stesso tempo per ritrovare un po’ di quella speranza e di quel calore che sembriamo perdere durante il resto dell’anno. A Natale è così. Ci si riscopre tutti più buoni o, semplicemente, più sofferenti. Oltre a riscoprirsi, invasi dalla magia che deriva dai preparativi dell’albero e del presepe, di sicuro più creativi e anche un po’ artisti.
Ma se il presepe è per molti solo un modo per ricordare la tradizione e rievocare il messaggio divino,per altri, animati da passione e spirito di inventiva, è una vera e propria espressione artistica. Quel che è certo è che per realizzare un presepe, nelle sue forme più eccelse e complesse, un rapporto con la fede di sicuro lo si deve avere, poiché viene difficile immaginare come le sapienti mani di persone che nella loro vita hanno tutt’altri interessi e velleità, possano realizzare creazioni di tale magnificenza e fattura, senza essere invasi, come sostenevano gli antichi, dal folle genio della divinità. Per chiunque non avesse chiaro di cosa stiamo parlando, per chiunque volesse capire il senso concreto di tante parole, ma soprattutto per chiunque pensasse che per fare un presepe è sufficiente un po’ di colla mista a sughero e non ne conosca le più recondite difficoltà, il consiglio, durante queste festività natalizie, è di mettere da parte qualche giro in centro per dedicarvi alla visita di due originali mostre, l’una su Montalto Uffugo (Cs) e l’altra su Cosenza (centro storico).
Due mostre di eccellenza per tutti gli amanti della tradizione e dell’arte che vi lasceranno incantati davanti alla varietà e alla perfezione di alcuni esemplari.Presepi di ogni forma e fattezza, dalle misure più impensabili, immaginati all’interno di una botte, di una tv, di una lattina di birra. Presepi che richiamano il nido di un uccellino o riprendono gli scorci paesaggistici della realtà calabrese, presepi estivi dal sapore di mare, presepi come forme d’arte che ripercorrono la nascita di Gesù e ne raccontano l’evento curati fino al minimo dettaglio. Presepi arabi, indiani, musulmani, di varia origine e luogo, interpretati in chiave moderna, post moderna, tradizionale o creativa.
Due mostre molto diverse, l’una (Montalto), nata tre edizioni fa dall’entusiasmo di un gruppo di presepisti che in collaborazione con l’associazione Pro Loco volevano dare un saggio di questa forma di arte e cultura, l’altra (Cosenza centro storico), frutto della precisa organizzazione dell’associazione AIAP (associazione italiana Amici del Presepe) curata da Antonio Marino, Massimo Battaglia e Rosalbino Biamonte, giunta alla sua seconda edizione,senza scopo di lucro e ambientata nel noto Museo delle Arti e dei Mestieri, al solo scopo di mostrare il talento e l’umiltà di un’opera senza tempo. Quasi duecento richieste per quest’ultima che non ha fini di gioco o concorsuali. Una selezione accurata e secondo precisi criteri di partecipazione, invece, quella che riguarda Montalto, dove sono presenti circa 30 presepi per ogni edizione e il cui giudizio è affidato ad una vera e propria commissione di tecnici esperti.
Un modo per vivere un’emozione. Per chi crede in Dio ma soprattutto per chi, attraverso l’arte, ne riesce a cogliere il profondo messaggio.
Lia Giannini