Anche per “Madama Butterfly” tutto esaurito al Rendano

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COSENZA – Ancora un sold out per il Teatro Rendano dopo il successo della prima opera in cartellone, “Il Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini. Anche per il secondo titolo operistico, “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini, quarto appuntamento della stagione lirico-sinfonica del teatro di tradizione cosentino, il botteghino di Piazza XV Marzo ha fatto il pieno, in vista della “prima” in programma venerdì 19 dicembre, alle ore 20:30, mentre domenica 21 dicembre, alle ore 17:00, è prevista la replica in pomeridiana. Il regista marchigiano Vincenzo Grisostomi Travaglini, che firma questo nuovo allestimento del melodramma pucciniano, autoprodotto dal Rendano, sta dando gli ultimi ritocchi alle scene e al disegno luci, dispensando gli ultimi consigli ai cantanti, tra i quali spicca il soprano Cinzia Forte, nel ruolo della protagonista Cio-Cio-San. Attorno a lei, negli altri ruoli, ruotano i giovani cantanti che il “Rendano” ha reclutato sulla base dell’esito del Concorso Internazionale “Maria Quintieri”, bandito dall’Associazione musicale “Maurizio Quintieri”, sostenuto dalla Fondazione Carical e conclusosi nello scorso mese di ottobre proprio con l’assegnazione dei ruoli della “Butterfly”. Vincenzo Grisostomi Travaglini vanta una lunga collaborazione con il Teatro Rendano. Quando gli si chiede di sapere che impronta ha dato alla “Butterfly” concepita per il Rendano e se l’allestimento presenta qualche tratto innovativo, parte da molto lontano ed esalta il lavoro di squadra che c’è stato nella preparazione: «Oggi si parla spesso di innovazione, di prodotti “personalizzati” – dice Grisostomi Travaglini – A volte si abusa di questi termini, nel senso che l’opera lirica è una forma d’arte del tutto particolare rispetto alle altre. È l’unica ad aver bisogno, per essere fruita dal pubblico, di una mediazione, che è quella incarnata da tutti gli interpreti, intendendo riferirmi al direttore d’orchestra, al regista, ai solisti, all’orchestra, al coro e a tutto il personale che vi lavora. Tutto questo è già un’attualizzazione di per sé, perché cogliere gli umori, le sensibilità che stanno dietro ad una qualsiasi iniziativa, gesto, sguardo o canto che sia, fa sì che ogni produzione sia a sé stante, diversa, attuale. La “Butterfly” è in qualche modo un dipinto musicale allineato con le esperienze di tutti quei compositori come Ravel, Debussy, Saint Saens e Puccini stesso, attratti dagli echi dell’Oriente. Di questo orientalismo Puccini si interessò e si informò in maniera precisissima, determinando l’accensione della sua poetica nei confronti di un amore impossibile e ideale e che, dopo essere stato cercato, per colpa di incompatibilità e di disattenzione da parte di qualcuno, si perde. E questa frattura la trasferisce nel rapporto Occidente-Oriente, nell’Orchestra così come nel libretto e nell’insieme, quindi nell’interpretazione. Tirare fuori tutto questo è già una scelta ed è la strada che abbiamo percorso».

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