Nuovo passaggio del processo Lanzino: prelevato altro DNA

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COSENZA – Nell’udienza di oggi è stato sancito un altro importante passaggio del processo Lanzino: due esperti del RIS di Messina, il magg. Carlo Romano e il maresciallo Giovanni Marcì, hanno eseguito il prelievo del DNA ai familiari di Luigi Carbone, il pastore scomparso per lupara bianca nel 1989. I RIS sono stati incaricati dalla Corte di analizzare alcuni reperti finora non indagati e per 26 anni rimasti chiusi in uno scatolone negli archivi del tribunale, e già nell’udienza scorsa avevano prelevato il DNA di Franco Sansone. L’omicidio del pastore è inserito nel processo per il barbaro assassinio di Roberta Lanzino, per il quale sono imputati il padre e il fratello di Franco Sansone, ritenuto autore della violenza e  del delitto della studentessa di Rende insieme a Carbone. I DNA saranno quindi comparati con il profilo genetico maschile ricavato dall’esame del terriccio prelevato sotto il corpo della vittima. I RIS sono riusciti, con una metodica utilizzata per la prima volta in Europa, ad isolare del liquido seminale e il sangue di Roberta, quindi a tracciare il profilo genetico dell’assassino.

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