RENDE (CS) – Dopo il sequestro amministrativo di tre mezzi dell’Amaco della Circolare veloce rossa Cosenza-Rende-Unical da parte della Polizia stradale e della Polizia municipale di Rende, avvenuto ieri per presunte irregolarità riscontrate nella documentazione durante un controllo, il sindaco Mario Occhiuto ha deciso di rispondere con leggi e carte alla mano: infatti ha sporto denuncia al Consorzio Autolinee, firmando la denuncia personalmente e indirizzandola alla Procura della Repubblica del tribunale di Cosenza. Queste le parole con cui l’ha introdotta: “L’Amaco è un’azienda pubblica e come tale svolge un servizio pubblico che noi amministratori abbiamo l’obbligo di offrire ai cittadini per soddisfare il diritto a muoversi liberamente. È paradossale che questo diritto possa essere inficiato da un’azienda privata che da ben 40 anni è concessionaria di un servizio affidato senza nessuna gara dalla Regione Calabria, in contrasto con il principio della libera concorrenza che infrange tutte le leggi della Comunità europea (ragion per cui sono in corso delle sanzioni comunitarie). Come Amministrazione comunale, insieme al Comune di Rende, ci interessa invece fare gli interessi dei cittadini e non dei privati, oltre che ridurre l’inquinamento provocato dall’uso spropositato delle autovetture, causa principale di malattie. Non si capisce quindi come mai, attraverso atteggiamenti che fanno pensare a collusioni e intimidazioni, alcuni organi che dovrebbero svolgere un lavoro al servizio degli enti locali e dello Stato, favoriscano indirettamente un privato, bloccando un diritto della comunità. Adesso mi aspetto che la Regione Calabria non se ne lavi più le mani, non prestandosi come al solito a tutelare gli interessi di pochi a scapito dei diritti dei cittadini, con un atteggiamento che sembra essere sempre più rispondente agli interessi delle lobby”.
In sintesi un chiaro invito a svolgere indagini su alcuni fatti specifici relativi al ‘Consorzio AutolineeDue Scarl’.
Nella sua denuncia, il Sindaco ricorda innanzitutto il principio costituzionale della sussidiarietà verticale (ovvero: che delle esigenze peculiari di una certa comunità, in tal caso le esigenze sui trasporti, si interessi prima di tutto l’ente ad essa più vicino. E dunque, in tal caso, il Comune).
Ancora, Occhiuto ricorda i principi di legislazione nazionale e in particolare la Riforma Delrio (legge 56/2014) nella quale rientra la Pianificazione del trasporto in ambito provinciale, con l’associazionismo comunale mediante il sistema della convenzione (quanto accaduto appunto attraverso la firma di un protocollo di intesa tra Comune di Cosenza e Comune di Rende).
E ricorda, infine, la legge regionale L. 23/1999 sul piano del traffico ad opera dei Comuni che possono, così, istituire eventuali servizi aggiuntivi.
In riferimento alla vicenda del sequestro di ieri, scattato probabilmente dalla Polizia stradale e Municipale rendese come conseguenza degli esposti del presidente del Consorzio, Carlomagno, l’Amaco ha richiesto un foglio di via alla motorizzazione civile che consentirà di transitare dal Comune di Cosenza a quello di Rende evitando di incorrere in questo tipo di sanzioni eccessivamente zelanti e nella fattispecie paradossali.
Dal momento che questo genere di servizio integrato è attivo pure fra Cosenza e Castrolibero, perché – domanda il sindaco Occhiuto alla magistratura – i controlli posti in atto mercoledì, fra l’altro alla presenza di un accordo fra Comuni, non sono mai stati fatti prima d’ora? Testuale: Ci si chiede, a tal fine, perché la Polizia Municipale di Rende solo oggi intende sanzionare una irregolarità meramente formale della carta di circolazione dei bus Amaco (meramente formale poiché a corredo della stessa è comunque presente la citata Intesa tra i due Comuni, nonché la citata legge Regionale 23/99 che consente tale intesa) quando ha tollerato per una pluralità di decenni che i Bus Amaco entrassero nel territorio rendese, per giunta senza alcuna convenzione formale tra i due comuni, e sostassero addirittura come capolinea alla fermata nel territorio rendese notoriamente conosciuta come Fermata Bar Occhiuto e Bozzo? Tra l’altro, nell’occasione del fermo dei mezzi, tutti i passeggeri venivano costretti a scendere con ovvi disservizi creati agli stessi. Perché simile circostanza è da sempre tollerata dagli organi di polizia anche in relazione ai Bus Amaco che attraversano tutto il territorio di Castrolibero sino a inerpicarsi fino a C.da Rusoli?.
Il ritiro del libretto è un paradosso in quanto l’area urbana di Cosenza non si limita ai confini di Cosenza. Da qui ho ritenuto opportuno e non più prorogabile la necessità di investire il Procuratore della Repubblica di occuparsi della vicenda alla luce delle nostre deduzioni. Un diritto imprescindibile dei cittadini è avere una mobilità migliore con servizi più economici, cosa che avviene anche nelle grandi città con un’area urbana sicuramente anche più vasta di quella di Cosenza e con benefici sia in termini economici e sia in termini di sostenibilità urbana. Il diritto allo studio universitario, poi, implica anche la possibilità di organizzarsi con spostamenti che non siano riconducibili un unico vettore ma a quello a scelta più conveniente”.
Si tratta del principio di democrazia urbana spesso citato da Mario Occhiuto: “Non vedo come sia concepibile che un privato che è già detentore di un servizio ottenuto senza una gara pretenda che questo servizio diventi un diritto acquisito di sua proprietà, venendo meno al principio di concorrenza per le concessioni del trasporto pubblico. D’altronde anche i signori del Consorzio Autolinee utilizzano in alcuni casi autobus urbani per un servizio extraurbano e fanno più fermate rispetto a quelle consentite nel programma del percorso extraurbano”.
Nella denuncia in questione, Mario Occhiuto non dimentica, fra le altre cose, che nel giorno dell’inaugurazione del servizio della Circolare rossa, festeggiata da Cosenza a Rende e fino all’Università dagli studenti entusiasti dei nuovi bus, i conducenti dei mezzi del Consorzio ponevano in essere una serie di azioni di ritorsione che potrebbero essere ricondotte all’interruzione di pubblico servizio nonché quello di violenza privata (basti ricordare che il blocco istantaneo e senza preavviso è avvenuto in periodo di sessione di esami, ad esempio).
“In questo regime di piena illegittimità – conclude Occhiuto – essendo persino destinatari, come detto, di contributi pubblici percepiti per ogni chilometro e senza alcun controllo, i vertici del Consorzio pretendono pure di vietare al Comune capoluogo e a quello di Rende di soddisfare le esigenze dei cittadini, esigenze che per noi, ripeto, rappresentano un obbligo e la priorità”.
Come dire: non si fa retromarcia. Ulteriore riprova è data dal fatto che il sindaco Occhiuto oggi pomeriggio come atto tangibile di questa posizione ha deciso di risalire su un bus Amaco ed ha seguito da passeggero, insieme all’assessore ai Trasporti del Comune di Rende, Francesco D’Ippolito, e agli altri utenti, l’itinerario da Cosenza a Rende incontrando poi al capolinea dell’Unical il rettore Gino Mirocle Crisci e una folta rappresentanza di studenti.