COSENZA – Là dove il mare è corsaro si alimenta il pensiero e la vivace intelligenza di Franco Galiano, personaggio poliedrico, scrittore, saggista e poeta, ampiamente tradotto in Romania, ma anche drammaturgo e conferenziere. Un intellettuale di buonissime letture e poco incline al compromesso, ma soprattutto gran cultore e divulgatore del cedro, quello che cresce nella sua terra d’origine, S.Maria del Cedro, cui lo vincolano legami ancestrali e verso la quale, aprendo una via calabrese all’ebraismo, ha condotto anche i rabbini che arrivano nel paese calabrese per selezionare e raccogliere di persona i frutti indispensabili per la festa di “Sukkòth” (Festa delle capanne) che si celebra ogni anno ad ottobre e che rappresenta per gli ebrei di tutto il mondo l’avvenimento religioso più importante.
La Commissione cultura del Comune di Cosenza che negli ultimi tempi sta allargando gli orizzonti della sua ricognizione alla ricerca di quelle menti pensanti che tengono alto il nome della Calabria anche nel mondo, ha ospitato proprio Franco Galiano in uno dei suoi incontri, svoltosi nella Sala “Quintieri” del Teatro “Rendano”, attribuendo allo scrittore e poeta un riconoscimento per la sua poliedrica attività di “artigiano della cultura”. Da oltre 15 anni Presidente dell’Accademia Internazionale del Cedro, Franco Galiano, da ricercatore, studioso e cultore di piante officinali e di modelli alimentari dell’area mediterranea, si è dedicato intensamente alla promozione e alla divulgazione del cedro calabrese all’estero, diventandone autentico ambasciatore: dal Perù al Guatemala, dal Cile al Brasile. E’ questa una delle sue tante facce, perché accanto ad essa convive il Galiano poeta e scrittore.
Il suo composito profilo è stato tracciato in Commissione cultura, durante l’incontro del “Rendano”, dal consigliere comunale Mimmo Frammartino, intervenuto subito dopo il Presidente della Commissione Claudio Nigro che al solito ha introdotto i lavori e fatto gli onori di casa. Frammartino ha ricostruito l’excursus letterario di Galiano contrassegnato da una vasta produzione: saggi, opere per il teatro, raccolte poetiche e tanto altro ancora. Qualche titolo: “La rivolta del vivere”, “Canzuni i Malarrazza”, “Un delirio chiamato amore”, testo, quest’ultimo, scritto per il teatro e che apre uno spaccato sul mondo rurale e artigiano in forte crisi di valori. Due le opere da saggista più significative: “L’interpretazione della storia in Gioacchino da Fiore frate calabrese” e “Oreste Dito-Massone del Sud oscuro e l’ebraismo tradito”, per le edizioni Brenner, con prefazione, quest’ultima, dell’avv.Ernesto d’Ippolito, Presidente dell’Accademia Cosentina e presente all’incontro del “Rendano”.
Nel corso della serata, è intervenuta anche la Vice Presidente della Commissione Cultura Maria Lucente per la quale “Franco Galiano è sì un artigiano della cultura, ma anche una personalità eclettica e dalla vivace intelligenza. In lui è presente la dimensione del cosmopoltismo universale che, però, non lo ha mai distratto dal particolare, facendone, invece, un elemento di contaminazione in tutto il mondo”.
Per il consigliere Francesco Perri che ha avuto parole di apprezzamento nei confronti dello scrittore e poeta di S.Maria del Cedro “l’auspicio è che Franco Galiano possa portare il cedro alla vetrina internazionale dell’Expò 2015 di Milano”.
La serata è stata impreziosita da due intermezzi musicali affidati al pianista Salvatore Sangiovanni e alla voce della giovane e brava soprano Chiara Carrozzino che hanno eseguito alcune liriche composte dallo stesso Franco Galiano. “Grazie a questa serata sono stato riportato ad una Consentia felix – ha detto Galiano nell’intervento che ha concluso la manifestazione – agli anni in cui lo spessore di alcuni politici non faceva avvertire alla Calabria nessuna forma di sudditanza o complessi di inferiorità e il meridionalismo veniva elaborato da grandi personalità. Allora Cosenza era una città vivace, piena di idee e di conoscenza, tollerante e dalle grandi aperture”.
E rende partecipe l’uditorio della sua ultima proposta, quella di far sì che il cedro venga riconosciuto patrimonio dell’Unesco.