Un paio di anni fa, l’allora ministro dei Beni culturali Massimo Bray venne in Calabria, a Lamezia Terme, per parlare di cultura e legalità, connubio che a stento ma con tenacia si sta facendo largo nella nostra regione. Cultura e legalità. Cultura è legalità. No, non è un errore di battitura. E cultura diventa legalità quando è accessibile, senza vincoli e priva di qualsiasi barriera. Diventa legalità se si sgancia dallo snobismo elitario per atterrare sulla quanto mai attualissima piattaforma cybernauta. In un certo senso, per tornare all’ex ministro Bray, quando la cultura è a portata di tutti, a portata di click, allora la speranza di una ripresa sociale prima che economica potrebbe non essere più un miraggio. Quindi cultura non è solo legalità, cultura è anche era digitale, saper prendere la rete trasformandola da mostro antagonista a veicolo di trasmissione, diffusione e condivisione del sapere. Un percorso, questo, che Massimo Bray conosce bene non solo nelle vesti di capo di un dicastero votato alla promozione culturale, ma anche e soprattutto in qualità di direttore editoriale di uno dei più importanti enti culturali del nostro Paese: l’Istituto Giovanni Traccani.
La cultura nell’era di internet, la diffusione della conoscenza e la condivisione dei sapere sono tre mission che confluiscono nell’unico obiettivo postosi, in epoca moderna, dall’istituto che proprio oggi spegne con orgoglio ben novanta candeline.
Nato il 18 febbraio del 1925 per volontà dell’industriale e mecenate Giovanni Treccani, negli ultimi anni l’Istituto è stato protagonista di un restyling dei propri canali di diffusione, presentandosi con puntualità e attenzione all’appello della rete. “Sono anni che l’enciclopedia ha un portale e ormai i suoi utenti unici sono 400mila al giorno questo perché anche nell’editoria digitale la qualità premia e ‘lo dice la Treccani’ è ancora un segno di forte affidabilità“, sottolinea con orgoglio Bray.
La vocazione social che l’Istituto ha scoperto si è concretizzata, in occasione dei festeggiamenti di oggi, con l’organizzazione di un flash mob che si è svolto questa mattina presso la storica sede romana della Treccani. Sotto lo slogano “la Treccani è pur sempre la Treccani”, l’evento si è rivolto soprattutto ai giovani studenti delle scuole superiori ai quali l’Istituto ha inteso illustrare il proprio apparato scientifico e redazionale. In maniera contestuale a questo evento meramente didattico, la Treccani ha organizzato il tradizionale convegno sul tema ‘Le vite degli Italiani. La Treccani e la biografia nazionale’, la cui prima sessione si è tenuta questa mattina con il titolo ‘Il confronto internazionale’ e la seconda si svolgerà nel primo pomeriggio sul tema ‘Gli Italiani del Novecento. I campi del sapere‘.
E la dimensione social del ‘compleanno’ non si esaurisce col flash mob, ma chiama in rassegna anche il sito dell’istituto e si diversi network associati allo stesso. Proprio da oggi infatti la Treccani ha scelto novanta parole con le quali celebrare l’anno di riferimento. Si mostra dunque un’Italia che è cambiata attraverso le parole. “Dopo le parole scelte per rappresentare questi 90 anni proporremo, sempre sul sito, i 90 personaggi che hanno caratterizzato, secondo noi questi stessi anni e poi ci sarà una mostra al Vittoriano, al Museo del Risorgimento, dal 31 marzo, che speriamo di far diventare itinerante. E, ancora, un volume su Milano, i suoi cambiamenti, nell’anno dell’Expo, per l’Expo; un volume sull’Artusi e sulla grande tradizione della cucina italiana”, ha spiegato Bray chiarendo, in conclusione, che “con la cultura si mangia, si crea comunità, con la cultura si dà speranza a un Paese che tante volte rischia di perderla, si danno le basi per costruire un futuro“.
Daniela Lucia