Tra crisi economica ed interventi restrittivi della politica, come sarà il Natale 2011 degli italiani? Secondo i dati diffusi da Confcommercio ci sarà un calo del 2,4% di coloro che faranno regali: penalizzati i settori dell’editoria, dell’abbigliamento e degli elettrodomestici, mentre rimangono sempre in voga gli alimentari, i vini, i profumi, i cosmetici e i giocattoli. Novità rispetto al passato qualche cedimento del comparto tecnologico, anche se raddoppia la quota di consumatori che acquisterà il regalo su internet (oltre il 13%). Per far fronte alle spese di fine anno, salvaguardando la tredicesima in calo, si è disposti anche a ricorrere ai prestiti. Oppure a rivolgersi per gli acquisti al mercato cinese.
Tra le vetrine scintillanti di luci e di colori, i maggiori consumatori di questo periodo sono certamente i bambini, o meglio tutti coloro che devono perpetrare con i più piccoli la favola di Babbo Natale che porta i doni. C’è l’imbarazzo della scelta tra gli scaffali dei negozi o sulle bancarelle dei mercatini. Ogni desiderio sembra poter essere soddisfatto: per qualunque gusto e per qualunque tasca. Anche in periodo di crisi infatti non si può rinunciare alla felicità e alla sorpresa di un bambino che scarta il proprio pacchetto regalo. E trattandosi di oggetti che finiscono a stretto contatto con i bambini è necessario che gli adulti riservino un’attenzione particolare alle norme di sicurezza legate alla produzione e al commercio dei giocattoli.
Secondo l’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori) l’80% dei prodotti ludici importati nell’Unione europea sono di fabbricazione cinese e il 70% di quelli “pirata” che circolano in Europa è di origine cinese. Occorre quindi accertarsi del rispetto delle norme fissate dalla regolamentazione vigente per i giocattoli destinati ai minori di 14 anni. In particolare sulla confezione devono essere indicate, in lingua italiana, la marcatura CE (Conformità Europea), il nome del fabbricante o dell’importatore, l’indicazione dell’età dei destinatari, le avvertenze per l’utilizzo. Poiché la marcatura viene apposta sui giocattoli da produttori o importatori, essa dovrebbe certificare la rispondenza alle norme di sicurezza europea. Ma la stragrande maggioranza dei giocattoli proviene, come detto, dai Paesi asiatici dove la garanzia del rispetto delle norme europee lascia a desiderare. L’etichetta CE diventa quindi non garanzia di sicurezza ma semplicemente garanzia giuridica. “In Italia esistono degli organismi privati che effettuano test e rilasciano il relativo attestato, come per esempio, l’Istituto per il marchio di qualità (IMQ), che fa test sui giocattoli. Sottoporsi ai controlli degli Istituti non e’ obbligatorio per fabbricanti e importatori – avverte Primo Mastrantoni, segretario Aduc – per cui al consumatore, che paga salato un giocattolo per i propri figli, consigliamo di rimboccarsi le maniche e fare test autonomi, verificando, per esempio nelle bambole, la tenuta delle cuciture, dei bottoni, degli occhi e del tessuto.”
Un ulteriore suggerimento invece può essere quello di rivolgere i propri acquisti in una direzione che possa far felici sia i consumatori sia i produttori, preferendo ad esempio prodotti artigianali locali o afferenti i circuiti del commercio equo, che propongono oggetti realizzati rispettando non solo le vigenti norma di sicurezza, ma anche le condizioni dei lavoratori e l’ambiente. L’occasione dei regali di Natale può essere colta quindi anche come momento educativo per i più piccoli: prepararli a non essere solo consumatori passivi, ma cittadini consapevoli delle proprie scelte.
Mariacristiana Guglielmelli