Furto di rame. Due persone arrestate a S.Agata D’Esaro

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SANT’AGATA (CS) Nella serata di ieri gli uomini del Corpo Forestale dello stato di S.Agata D’Esaro hanno sorpreso in flagranza di reato e tratto in arresto due uomini per furto di rame avvenuto all’interno dei cantieri della costruenda diga dell’Esaro. La pattuglia, del Comando Stazione locale, dipendente dal Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Parco Nazionale del Pollino, durante un servizio di controllo mirato a reprimere questo tipo di reato notava una macchina sospetta all’interno dei cantieri dell’Esaro, nei terreni di proprietà della Regione Calabria in prossimità dell’omonimo fiume, ricadenti nel Comune di Sant’Agata (CS).

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Un controllo più accurato, unitamente ai colleghi di San Donato di Ninea intervenuti sul posto in supporto, ha permesso di notare la presenza di due uomini, B.G. di Cassano Jonio e A.S. di Altomonte, intenti a trafugare dall’officina posta all’interno del cantiere dei grossi cavi elettrici. I cavi, per come si è accertato in seguito, venivano bruciati sul posto per ricavarne il prezioso metallo. I due uomini una volta caricata la refurtiva in macchina si sono diretti verso l’uscita del cantiere ma appena notata l’autovettura del Corpo Forestale hanno invertito la marcia per cercare di eludere il controllo. Nonostante ciò l’autovettura con a bordo i due uomini,  veniva comunque intercettata in seguito e controllata.  All’interno di essa il personale ha rinvenuto numerosi cavi di rame per un peso complessivo di 133 kg oltre ad attrezzatura varia usata per trafugare e pesare il materiale. In seguito a controllo all’interno del cantiere sono stati rinvenuti i residui della bruciatura ancora fumanti e gli strumenti usati per favorire la combustione dei cavi. Si è pertanto sequestrato il materiale rinvenuto e tratto in arresto i due uomini, già noti alle Forze dell’Ordine, in violazione al reato di furto aggravato in concorso di materiale proveniente dai cantieri della diga dell’Esaro. L’arresto effettuato è stato convalidato dall’Autorità Giudiziaria che ne ha disposto la rimessa in libertà in ottemperanza all’art.121.

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