CASTROVILLARI (CS) – A Tu per Tu con il pressante “bisogno di salute” che proviene dalla gente a cui deve rispondere continuamente l’organizzazione sanitaria e assistenziale con proprie capacità e strumentazioni.
Con questi presupposti il pomeriggio di sabato 25 marzo, nella sala conferenze dell’ospedale di Castrovillari, si è tenuto un incontro degli aderenti, nel Mezzogiorno d’Italia, a “Medicina e Persona”, libera associazione fra operatori sanitari, nata nel febbraio del 1999, con l’intento di essere strumento per la valorizzazione delle intuizioni, delle intelligenze e delle capacità umane e professionali nel campo della cura e dell’assistenza alla persona.
Al centro del corso-convegno , che ha messo a confronto specialisti su come vivono la professione tra di loro e nel rapporto con i pazienti, la sofferenza delle persone malate e l’esigenza che scaturisce da loro , dalla loro fragilità durante l’esistenza quando devono interfacciarsi con il sistema sanitario per le loro patologie.
Una full immersion tra testimonianze ed esperienze di medici, socio sanitari e pazienti per riaffermare l’importanza di uno sguardo umano ”verso l’altro e ridirsi l’esigenza di significato della persona rispetto al bisogno di salute, di assistenza e della vita stessa.”
Di fatto uno dei doveri umani più vincolanti per ognuno, che è un ambito di responsabilità comune.
L’iniziativa, che ha coinvolto anche la mattinata di domenica 26 con un confronto- dibattito tra pubblico ed esperti, ha interessato , nel complesso, obiettivi formativi riguardanti: l’integrazione interprofessionale e multi professionale nonché interistituzionale, tenendo ben presenti gli aspetti relazionali, fondamentali, e sempre più importanti nella comunicazione interna, esterna, con il paziente e per l’umanizzazione delle cure.
Per loro sono stati richiamati e dibattuti gli elementi- principi che consistono l’etica bioetica e la deontologia nella professione medica. Non a caso una delle problematiche più sentite oggi è quella della estrema specializzazione delle competenze. Tale situazione è inevitabile per l’enorme incremento delle conoscenze, ma espone- è stato sostenuto- al rischio di frammentazione della cosiddetta gestione del paziente.