COSENZA – È un muro, ma non mette divisioni, anzi. Non a caso si chiama “muro della gentilezza”.
Per un mese si può trovare anche a Cosenza, al momento primo e unico in Calabria. Un progetto realizzato inizialmente in Iran, quindi esportato in tutto il mondo. Un esperimento di civiltà, basato sulla sensibilizzazione della cittadinanza in merito ad un tema delicatissimo, quello della povertà, che riguarda molte, troppe persone.
Da una foto pubblicata sui social il circuito di solidarietà innescato è diventato virale. L’idea che sta alla base dell’iniziativa è quella di invitare chiunque possieda degli indumenti in disuso, soprattutto cappotti e giacconi, ad appenderli sugli appendiabiti e lasciarli a disposizione di chi ne ha bisogno.
Nel capoluogo bruzio, la realizzazione del muro della gentilezza è scattata grazie a un post sui social di una cittadina cosentina, Simona Caruso.
Istanza subito raccolta dall’assessorato alle Attività produttive ed economiche del Comune di Cosenza, guidato da Loredana Pastore che ha così messo a disposizione un prefabbricato da utilizzare come punto di raccolta e di smistamento degli indumenti per un mese, installato in piazza XXV Luglio. «Siamo certi che i cosentini sapranno valorizzare l’iniziativa – afferma l’assessore Pastore – onorando la solidarietà e l’inclusione a cui sono tradizionalmente legati. Il muro della gentilezza vuole essere infatti un presidio di attenzione per il prossimo, un esempio di cittadinanza attiva che come sempre ha trovato pieno sostegno».