Acri, i 70 anni insieme di Angelina e Giuseppe

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A legarli non ci sono foto ingiallite del loro matrimonio ma 70 anni di vita vissuta. Sempre insieme.

Non saranno l’unica coppia della Calabria ad aver festeggiato le nozze di titanio (o di ferro, per alcuni), ma del comune di Acri con molta probabilità sì, almeno degli ultimi decenni. Per questo, dopo la visita del parroco, don Espedito De Bonis, che ha benedetto le fedi di Angelina e Giuseppe, ha reso loro omaggio l’Amministrazione comunale, rappresentata dal primo cittadino, Pino Capalbo, dall’assessore Graziella Arena, con i consiglieri Franca Sposato e Mario Fusaro.

Una storia in bianco e nero

“Quel giorno il fotografo non c’era”, spiega Giuseppe. Del resto nei primi anni ’50 non doveva propriamente essere facile trovare qualcuno che sapesse maneggiare la macchina fotografica, in questo fazzoletto di Calabria. Così le prime immagini di questa famiglia risalgono agli anni Settanta, quelle dei figli da ragazzi, e Ottanta – sempre i figli, questa volta all’altare.

Siamo a Pertina, frazione di Acri (CS). È qui che nell’ottobre del 1954, hanno piantato le radici della loro famiglia Giuseppe (classe 1927) e Angelina (classe ‘29). Tre figli, tutti maschi. Voleva una figlia femmina Giuseppe, che gli fosse vicina nella terza età. Non è arrivata. In compenso sono arrivate sei nipoti, oggi donne. La generazione dei pronipoti (attualmente tre) è, invece, curiosamente e per il momento, tutta al maschile.

Fra i più anziani di Pertina, questi sposi di ferro, si conoscono da sempre. All’epoca giovani contadini con la schiena dritta e la testa sulle spalle, quel 23 ottobre si uniscono in matrimonio nella parrocchia di San Giacomo d’Acri: a celebrare le nozze – recita l’atto comunale – un nome rimasto caro a tanti a queste latitudini, don Mario Brunocilla. Due giorni dopo la trasmissione dell’atto di matrimonio nei registri comunali. Da qui parte il racconto di una famiglia dal destino simile a quello di tante altre famiglie meridionali. Il capofamiglia che va a lavorare all’esterno per inviare i soldi a casa: alla fine degli anni Sessanta in cantiere in Germania, a Flingern (vicino Düsseldorf); poi nei primi anni Settanta in Libia, come minatore. Di quella esperienza ricorda soprattutto il nubifragio nel corso dell’ultimo viaggio di ritorno, che gli fa temere di non riuscire a toccare terra, l’isola di Malta che non rischia le sue imbarcazioni per il soccorso, e poi il mare che concede la provvidenziale tregua (dagli echi attuali, no?) e l’attacco al porto di Napoli. A casa custode del focolare c’è Angelina che accudisce i loro tre figli: Antonio, Francesco e Giorgio. Le privazioni e le prime conquiste, gli ostacoli e le perdite, le gioie e i lieti eventi di questa granitica coppia segnano la vita di questi due ultranovantenni. Gli anni scavano il volto segnato di Giuseppe – udito non più “giovane” ma animo e carattere granitico

 “Nonno ha un carattere deciso, all’antica, rigoroso” – scherzano le nipoti Rossella e Angela. “Ama seguire l’attualità, informarsi dal Tg e quando ero piccola gli piaceva conversare di storia e dei suoi viaggi in Libia”, racconta Andreina. ” È un autoritario ma dal cuore buono”, sembra il nonno di Heidi”, continuano con tenerezza Veronica e Chiara.

Gli anni che passano segnano anche l’incidere incerto e compromesso di Angelina. “Nonna è buona e sempre pronta ad aiutarti come può. È accudente e generosa, premurosa e ha sempre una parola buona per tutti”, in coro le nipoti.

Le rughe, gli anni e i malanni sono ricordi che li hanno portati fino a qui, a tagliare questo raro traguardo, stretti nell’abbraccio di figli, nipoti e pronipoti, nuore e nipoti acquisiti, parenti e amici di famiglia.