COSENZA – In occasione della “Giornata Nazionale per la Lotta contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma”, l’AIL Nazionale ha organizzato la traversata del mare italiano sulla barca a vela, per il progetto “Sognando Itaca”. Anche l’AIL Cosenza FAS organizza la sua escursione in barca a vela, dal porto di Cetraro navigando lungo il tratto di costa per ammirarne il suggestivo paesaggio, ma l’uscita, inizialmente prevista proprio per il 21 giugno, ha dovuto essere rimandata a causa di eventi atmosferici avversi. Domani, sabato 9 luglio, finalmente i destinatari di questa iniziativa potranno godersi il sole e il vento del nostro Mar Tirreno.
A guidarci ed ospitarci in questa giornata dedicata al mare ed alla vela, il Centro Velico Lampetia di Cetraro, insieme alla Società Mercatore ed al Comune di Cetraro.
Dopo il saluto e la conferenza stampa, previsti per le ore 10, ci saranno gli allievi e le imbarcazioni dei soci del Centro Velico Lampetia, che condurranno i pazienti e quanti potranno salire a bordo, per poter fare godere loro questo momento di relax in mare aperto.
L’obiettivo è quello di diffondere la vela-terapia, quale metodo terapeutico volto alla riabilitazione psicologica e al miglioramento della qualità di vita dei malati ematologici.
La barca a vela, infatti, nei suoi spazi raccolti, diventa un luogo di condivisione ed un modo diverso per affrontare e superare gli ostacoli.
Il “Progetto Itaca”, promosso dall’AIL Nazionale, nasce nel 2007 da una collaborazione tra l’Oncologia Medica e l’Ematologia degli Spedali Civili di Brescia, la Sezione AIL di Brescia, la Fraglia Vela di Desenzano ed il Circolo Vela Gargnano. Dal 2009 il progetto ha raggiunto il mare ed è diventato l’iniziativa principale della “Giornata Nazionale contro le Leucemie linfomi e mieloma”, perché interpreta con forza l’attenzione che l’Associazione ha verso il malato ed il suo percorso di sofferenza. Il progetto, “Sognando Itaca” metafora delle ardue prove che Ulisse dovette superare prima di tornare dalla sua Penelope, rappresenta un’occasione di crescita, non solo per i pazienti, ma anche per l’equipe curante: in barca, infatti, emerge il fondamentale bisogno di relazionarsi e di confrontarsi con l’altro per farsi aiutare, per non perdere la “rotta”, per raggiungere insieme il porto, condividendo, in un clima di complicità, le emozioni e le fatiche del percorso.