GUARDIA PIEMONTESE (CS) – Presso le Terme Luigiane dal 15 al 18 giugno si è svolta la XXXVII edizione del Corso sulle “Tecniche per la difesa dall’inquinamento”, con una sezione speciale dedicata alle “Intersezioni tra difesa del suolo e pianificazione territoriale”. Il corso è stato organizzato dalle sezioni calabresi del Centro Studi Acquedotti e Fognature e dall’Associazione Idrotecnica Italiana, dai dipartimenti di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, di Ingegneria Chimica e Ingegneria Civile dell’Università della Calabria, sotto la direzione del professor Giuseppe Frega e la coordinazione del professor Francesco Macchione. Nell’ambito del corso, nella giornata di apertura, si è svolto anche il seminario “La comunicazione del rischio in Calabria”, dedicato alla stampa calabrese e promosso da una collaborazione tra l’Ordine Nazionale e Regionale dei Giornalisti e il Laboratorio di Modellistica Numerica per la Protezione Idraulica del Territorio (LaMPIT) dell’Unical, il Circolo della Stampa “Maria Rosaria Sessa” di Cosenza e l’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”. Un incontro, questo, moderato dallo stesso Presidente dell’Ordine Regionale, Giuseppe Soluri, che ha fatto il punto sugli aspetti della comunicazione istituzionale e scientifica e sulla necessità dell’interdisciplinarità della formazione dei professionisti della comunicazione. Nel corso delle giornate molto si è discusso e approfondito circa le problematicità idrogeologiche che riguardano il nostro territorio, in particolare l’area della provincia cosentina e della stessa città dei Bruzi. Tra i numerosi interventi previsti, interessante quello del professor Alessandro Campolongo, del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Unical, che ha trattato un tema legato al territorio delle Terme Luigiane, di cui ha ricostruito l’itinerario storico, dagli iniziali investimenti del secolo scorso fino alla realizzazione degli stabilimenti: «Se la condizione economica del Paese, investito, nella seconda metà degli anni ’30, dalle restrizioni dell’autarchia, prima, e dal conflitto mondiale dopo, non ha permesso la piena attuazione di un ambizioso progetto di fondazione urbana, restano tuttavia nelle opere idrauliche e nel costruito realizzato, come nella documentazione dell’architettura progettata, i segni di un’importante stagione di lavori, testimonianza di capacità progettuali, organizzative e imprenditoriali, ma anche espressione di una tradizione costruttiva che pone Cosenza e il suo territorio nella storia dell’ingegneria nazionale e nel dibattito più avanzato della cultura architettonica del tempo».
Non si è trascurato di discutere neppure del chiacchierato progetto della tramvia Università della Calabria – Cosenza, a partire dalla relazione del professor Demetrio Festa, del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università della Calabria, secondo il quale il progetto medesimo va inserito in un disegno strategico che pone alla base la valorizzazione del sistema ferroviario nelle relazioni della provincia con l’area urbana. «E’ stato Giacomo Mancini, quale Sindaco di Cosenza – ha dichiaratoil professor Festa -, a stabilire la collocazione della metro lungo il Viale Parco (oggi Giacomo Mancini), perfetto spartiacque di una grande città, progettato in linea trasversale a dimensione ambia, che non può perdere l’occasione di proiettarsi nel futuro e proporsi come città europea».