RENDE (CS) – Si è tenuto nei giorni scorsi il webinar organizzato dal Dipartimento di Culture Educazione e Società sull’impatto del Covid-19 su studentesse e studenti universitarie/i.
L’impatto psicologico della pandemia COVID-19 sulla popolazione in generale e su particolari gruppi di persone è ancora tutto da determinare.
Sono tuttavia già presenti a livello internazionale e nazionale molte ricerche sul tema. Il mondo accademico e di ricerca ha risposto in maniera tempestiva a questo bisogno di comprensione. I ricercatori sottolineano tra l’altro che l’isolamento sociale e la reclusione domestica prolungata insieme ad altri fattori derivanti dalle nuove sfide che dobbiamo affrontare potrebbero influenzare la salute mentale e il benessere psicologico sia a breve che a lungo termine.
I relatori
Al webinar, tra gli altri, sono intervenuti: Angela Costabile Delegata del Rettore per il counselling psicologico, Francesco Craig, ricercatore di Psicologia clinica, Rocco Servidio, ricercatore di Psicologia Sociale.
Tra i temi trattati anche quanto emerge da un sondaggio condotto a giugno scorso dai Centers for Disease Control (Cdc), secondo cui il 40,9% degli intervistati ha riferito almeno una condizione di disagio nella salute mentale, tra cui: depressione, ansia, stress post-traumatico e abuso di sostanze, con tassi 3-4 volte superiori a quelli del 2019, mentre il 10,7% ha preso seriamente in considerazione il suicidio negli ultimi 30 giorni. Inoltre, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) in un nuovo report segnala che la pandemia da COVID-19 ha interrotto o sospeso i servizi di salute mentale nella quasi totalità dei Paesi considerati, mentre la domanda di salute mentale è in aumento. Tutto ciò evidenzia la necessità di porre particolare attenzione per le fasce maggiormente vulnerabili ad esempio la popolazione di giovane età (tra i 16 e 24 anni), come gli studenti Universitari.
Il webinar organizzato dall’Università della Calabria ha evidenziato come le/gli studentesse/studenti universitarie/i per prime/i hanno dovuto fronteggiare nuove sfide obbligate dalla pandemia. Le Università nazionali e internazionali hanno chiuso i loro campus, le residenze, gli spazi inclusivi-sociali, per cui le/gli studentesse/studenti hanno dovuto lasciare la comunità del campus, gli amici, le classi e le routine universitarie. I corsi sono stati rapidamente trasferiti online, così come le sedute di laurea. Durante questo periodo di isolamento sociale, l’incertezza sul loro futuro e i sentimenti di solitudine hanno inciso notevolmente sul benessere psicologico, rendendo le/i giovani vulnerabili allo sviluppo di difficoltà e problematiche di salute psicologica.
Nel corso del webinar, al quale hanno partecipato docenti di diverse Università nazionali, sono stati presentati dati della letteratura scientifica internazionale, risultati preliminari di ricerche multicentriche e dati clinici in riferimento all’esperienza del counselling psicologico al’linterno dei campus universitari. In particolare, la pandemia e il conseguente isolamento sociale potrebbero avere effetti a medio e lungo termine sull’esperienza universitaria, che si pone come primo ingresso nell’età adulta, promuovendo indeterminatezza dell’identità personale e sociale della/dello studentessa/ studente, nella quale possono innestarsi vari fattori di crisi. Si è sottolineata l’importanza del servizio di counselling psicologico in tutte le fasi salienti della vita accademica dello studente, dalle prime fasi, per quanto riguarda l’aspetto dell’orientamento, fino alla fase rappresentata dal vero e proprio percorso di studi, durante il quale la/lo studentessa/studente ha bisogno di promuovere il proprio benessere psicologico e motivare il proprio percorso accademico. Il ruolo del counselling psicologico universitario è di promuovere una cultura di cura del sè ma anche di rendere la/lo studentessa/studente maggiormente consapevole delle sue scelte in relazione alle opportunità che le/gli vengono offerte, favorendo la sua partecipazione attiva durante tutto il percorso di studi.