REGGIO CALABRIA – Il Consiglio regionale ha approvato, a maggioranza, con l’autorizzazione al coordinamento formale, le norme di “Modifica all’articolo 16 della legge regionale 26 aprile 2018, n. 9 (Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza”, e cioè la legge sulle sale da gioco ed il gioco d’azzardo.
Con la richiesta di voto per appello nominale avanzata dal consigliere Amalia Bruni (Misto), si è aperto il dibattito sulla proposta di legge a firma del Presidente del Consiglio, Filippo Mancuso “Una legge – ha detto Bruni – che riguarda ciascuno di noi e su cui ognuno, dunque, ci deve mettere la faccia”. A difesa della normativa nel corso del dibattito sono intervenuti i consiglieri Michele Comito (Forza Italia), Giuseppe Gelardi (Lega), presidente della Commissione consiliare contro la ‘ndrangheta, la corruzione e l’illegalità diffusa, e Giuseppe Graziano.
Occhiuto: “prima di questa legge c’era la giungla”
Il Presidente Occhiuto intervenuto in Consiglio prima della votazione ha detto di non essere “particolarmente appassionato” al tema, ed ha sottolineato che “il gioco legale determina per lo Stato un’entrata di circa 8,5 miliardi di euro l’anno. Quasi quanto costa il Reddito di cittadinanza o la spesa per abbassare il cuneo fiscale. C’era quindi una distonia tra la discussione che si faceva attorno a questo tema e il fatto che lo Stato poi facesse cassa sul gioco legale”.
“Non me ne sono mai occupato da parlamentare e non me ne occupo neppure adesso. Ho la responsabilità, però, di guidare la Regione. E siccome ho coscienza di governare una regione complessa, che ha uno dei tassi di povertà più alti d’Italia e d’Europa e dove c’è una pervicace presenza della criminalità organizzata, credo che ci siano alcuni temi che rischiano d’impoverire ancora di più i calabresi. È per questo che, senza ledere in alcun modo le prerogative del Consiglio, ho suggerito qualche settimana fa che questa discussione potesse riaccendersi in Commissione, audendo anche le associazioni che avevano espresso alcune perplessità. Un lavoro che è servito, lo ha ammesso anche il consigliere Alecci nel suo intervento, visto che la legge che arriva oggi in Aula è più restrittiva rispetto a quelle di tante altre Regioni”.
“Prima di questa legge – ha aggiunto Occhiuto – in Calabria c’era la giungla e non sarebbe stata praticabile l’idea lanciata dallo stesso Alecci di fare della Calabria una ‘zona franca’. Saremmo stati tacciati di essere quelli che non vogliono il gioco legale perché vogliono favorire quello illegale. In ogni caso il problema della ludopatia esiste”.
Mancuso: “legge equa e necessaria”
“Con l’approvazione del testo di legge che regolamenta il gioco d’azzardo, in linea con la legislazione nazionale e le normative delle altre Regioni e interrompendo la deplorevole prassi delle proroghe, abbiamo consegnato alla Calabria una legge organica, equa e necessaria”. Questo il commento del presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso. “Voglio ringraziare, per il prezioso contributo fornito – aggiunge – tutti i soggetti che, avendo voce in capitolo, sono stati auditi nella Commissione permanente coordinata dalla presidente Luciana De Francesco. Voglio ringraziare, altresì, monsignor Fortunato Marrone, Arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova e presidente della Conferenza Episcopale Calabria, per la disponibilità al confronto”.
“Possiamo sostenere, a conclusione di un iter alquanto travagliato e sul presupposto che la salute, la libertà delle persone e la lotta alle dipendenze sono una sfida per tutta la comunità e non hanno colore politico – conclude il presidente Mancuso – che è stato trovato il giusto equilibrio su una normativa che contempera tutti gli interessi in campo”.