CATANZARO – Giornate di super lavoro per i tecnici dei dipartimenti provinciali e della sede centrale dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria) per la periodica campagna di balneazione, che è nel pieno del suo calendario 2016. Il fenomeno maggiormente affrontato dai tecnici dell’Agenzia ambientale calabrese è quello della presenza massiccia di fenomeni di fioritura algale, ma anche alcune criticità provocate da sversamenti di scarichi a mare.
Proprio oggi il Dipartimento di Crotone dell’Arpacal, diretto dal dr. Francesco Russo, ha informato il Comune di Crotone, il Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Crotone, e la locale Capitaneria di Porto che a seguito dell’intervento di ieri, richiesto dalla stessa Capitaneria, presso il punto di balneazione identificato come Lido Tricoli, sono state svolte le attività di campionamento di acque di balneazione. L’esito delle analisi di questi campioni, realizzati dal laboratorio bionaturalistico del Dipartimento di Catanzaro, diretto dalla dr.ssa Filomena Casaburi, hanno dato esito di un superamento della concentrazione per il parametro Escherichia Coli, riscontrato nel valore di 3000 UFC/100ml, quando il limite è di 500 UFC/100 ml. Il dipartimento di Crotone, quindi, ha invitato gli enti, per quanto di competenza, ad adottare i dovuti provvedimenti.
Sul fronte delle fioriture algali, e delle cause che ne provocano la massiccia presenza soprattutto sulle coste tirreniche, ha fornito spiegazioni ai cittadini, anche in riferimento ai fenomeni dei giorni scorsi verificatisi a Nicotera, in provincia di Vibo Valentia, la dr.ssa Angela Diano, direttore del Dipartimento provinciale Arpacal di Vibo Valentia.
«Le fioriture algali – spiega la dr.ssa Angela Diano, direttore del Dipartimento di Vibo valentia dell’Arpacal – sono fenomeni naturali dovuti alla crescita esponenziale di un numero di individui appartenenti alle classi delle Diatomee e dei Dinoflagellati marini che, in particolari condizioni, possono raggiungere concentrazioni di milioni di cellule per litro producendo evidenti alterazioni delle acque che possono presentare:schiume o muchi di colore marrone in colonna d’acqua in superficie o in sospensione, colorazioni anomale dell’acqua e mucillagini o pellicole brunastre sul substrato».
«Nel mare Adriatico – continua la Diano – questi fenomeni si sono presentati già dagli anni ottanta e sono stati ampiamente studiati, mentre nel mar Tirreno il fenomeno è stato descritto a partire dall’anno 2000, con un incremento negli ultimi anni dovuto al mutamento degli equilibri trofici dell’ecosistema marino. (per approfondimenti: Quaderno dell’ICRAM “Le mucillagini nell’Adriatico e nel Tirreno”di Michele Giani, Daniela Berto, Michele Cornello, Gianfranco Sartoni ed Attilio Rinaldi Michele Giani, Daniela Berto, Michele Cornello, Gianfranco Sartoni, Dir. Resp. Folco Quilici)».
«La fase di degradazione cellulare è accompagnato, nell’ultimo stadio (putrefazione), anche da cattivi odori che possono dar luogo a errate interpretazioni del fenomeno. Ecco la necessità dello studio delle caratteristiche microbiologiche, biologiche e chimiche delle acque ed eventualmente anche di test di tossicità nei casi in cui l’analisi microscopica evidenzi la presenza di microalghe appartenenti alle specie potenzialmente tossiche».
«Le analisi condotte sul campione prelevato a Nicotera dalla Capitaneria di Porto il 12.07.2016 – conclude Diano – non hanno evidenziato inquinamento microbiologico, mentre è stata evidenziata un’intensa fioritura di Dinophicaee (Ord.Gymnodiniale) responsabile della colorazione delle acque».
Anche in Provincia di Reggio Calabria il fenomeno della fioritura algale si è verificato.
«Questo fenomeno naturale – peraltro già verificatosi negli anni precedenti, in prevalenza nella zona di San Ferdinando – è stato favorito dalle particolari condizioni meteo-marine (mare molto caldo e calmo), correlato all’apporto di nutrienti dei principali corsi d’acqua della zona. Il Dipartimento Arpacal di Reggio Calabria, nell’ambito del controllo dei depuratori e degli scarichi, ha spesso verificato, di iniziativa o congiuntamente alle forze dell’ordine, l’esistenza di reflui non conformi alla normativa vigente. Ovviamente l’immissione nei corpi idrici superficiali sia di reflui parzialmente depurati che di reflui abusivi comporta un apporto di nutrienti a mare, che determina, al verificarsi delle condizioni ambientali favorevoli, la crescita esponenziale delle popolazioni di microalghe che normalmente sono presenti in mare».
Tornando alla provincia di Vibo Valentia, infine, con una lettera inviata ai Sindaci dei Comuni costieri della provincia, e per conoscenza agli enti territoriali ed alla Prefettura, il direttore del Dipartimento provinciale di Vibo Valentia dell’Arpacal, dr.ssa Angela Diano, ha posto all’attenzione il problema dei rifiuti che sono spiaggiati o che vengono ritrovati nell’alveo dei torrenti. Sempre in applicazione alla normativa in materia di acque di balneazione, che impone ai Comuni una serie di misure di gestione, «in considerazione dell’intensa attività condotta da questo Dipartimento su chiamate in emergenza per la presenza di rifiuti a mare, nella scorsa stagione balneare – scrive la dr.ssa Diano – si informa con la presente, che nell’ambito delle attività di controllo condotte nel mese corrente, l’ispezione visiva delle acque di balneazione del Vostro Comune ha rilevato sugli arenili e nelle aree di accesso alle spiagge rifiuti spiaggiati e rifiuti solidi urbani. Erano presenti anche vetro, plastica e pneumatici. Tanto si comunica affinché possiate provvedere con carattere di urgenza e per quanto di Vostra competenza, ai fini della tutela della salute e della salvaguardia dell’ambiente».