COSENZA – La “Cracking Art” sbarca in città e lo fa con “Battito Animale”, una mostra en plein air che è stata inaugurata ufficialmente ieri sera sull’isola pedonale dal Sindaco Mario Occhiuto e dal Vicesindaco e Assessore alla cultura, on.Jole Santelli, presente anche l’Assessore alla comunicazione e turismo Rosaria Succurro. Con l’occasione il Sindaco Occhiuto e il Vicesindaco Santelli hanno accompagnato lungo il percorso delle installazioni di cracking art una delegazione dell’Ente nazionale per il Microcredito, di cui è Presidente Mario Baccini, a Cosenza per la due giorni del Forum europeo sull’impresa culturale e creativa. “Battito animale” è il primo atto del Festival delle Invasioni 2019 e vede 61 coloratissimi animali, in materiale rigenerato, invadere il centro cittadino in un percorso che dall’inizio di Corso Mazzini si allunga fino a Piazza Bilotti e che crea un singolare e piacevole “cortocircuito” con le opere del MAB dei maestri del XX secolo. L’esposizione sta già scatenando l’entusiasmo di quanti, soprattutto bambini, stanno entrando in contatto con questa autentica esplosione di colori e di creatività, non solo un modo di cambiare il corso della storia dell’arte, ma anche un messaggio sotteso molto più profondo da decrittare: far riflettere chi incrocia sul suo cammino gli animali colorati della mostra sui temi dell’educazione e della rigenerazione urbana, quindi sulla qualità della vita che passa attraverso il rispetto dell’ambiente e la sostenibilità. Sono queste le parole d’ordine praticate dal gruppo di artisti del movimento “Cracking Art”, nato 26 anni fa, radunandosi attorno ad un vero e proprio manifesto culturale, conosciuto come “di fine millennio”, affermatosi in tutto il mondo e che oggi può vantare oltre 400 installazioni : da Milano al Central Park di New York, dalla Reggia di Caserta alla Biennale di Venezia e via di questo passo.
“Ci sentiamo rivoluzionari sin dall’inizio – afferma il biellese Kicco, uno degli artisti che ha curato fin nei minimi particolari, insieme ad Alex Angi (francese di Cannes, ma con nonni calabresi, a Palmi) perché il nostro nome, “Cracking”, aveva proprio l’intenzione, richiamando il processo di rottura delle molecole del petrolio che lo trasforma in una materia artificiale da cui rinasce la plastica, di rompere le regole, esponendo per le strade e cercando la partecipazione. Uno degli aspetti su cui incentriamo le nostre installazioni è proprio l’utilizzo della plastica che adesso è quasi demonizzato, mentre noi abbiamo cominciato ad utilizzarlo 26 anni fa con l’idea di dargli un valore diverso, facendo capire che è un materiale prezioso e quindi non da sprecare, ma da utilizzare in maniera cosciente”.
La coesistenza tra il “battito animale” e le opere del Mab, con i suoi Dalì, De Chirico, Manzù, Sosno e gli altri, è garantita da un processo di fruttuosa contaminazione.
“La contaminazione – è sempre Kicco a dirlo – è interessante. Le nostre sculture sono in dialogo con quelle del MAB e creano questo ponte tra un’arte forse più tradizionale, ma ormai moderna, e noi contemporanei. Lasciamo un po’ spiazzati all’inizio, poi sono le persone che passano che, con la loro interazione, si appropriano dell’opera e la fanno diventare subito parte della città, azzerando quello che potrebbe apparire come un gap iniziale”.
La filosofia del progetto è ulteriormente precisata sinteticamente da Alex Angi.
“Vogliamo creare luoghi di aggregazione sociale con empatia. Quando vediamo i bambini salire sopra i nostri animali è bellissimo, è possiamo dire che è fatta. Ci sentiamo noi stessi sempre bambini, abbiamo il complesso di Peter Pan”.
La collocazione delle opere lungo l’isola pedonale è il risultato finale di uno studio accurato che segue una precisa simbologia. “Ogni nostro animale – aggiunge Kicco – è stato realizzato attribuendogli un significato particolare e la collocazione è stata pensata in base al luogo e allo spazio”. E così i suricati, animali che abitano in zone desertiche, e che scrutano il paesaggio circostante, attenti ad ogni minimo movimento e pericolo e consapevoli di quanto l’acqua sia un bene prezioso, sono stati collocati dagli artisti di “Cracking Art” come sentinelle dell’acqua delle fontane di Via Arabia, invitando chiunque ad adottare lo stesso comportamento responsabile.
Il grande coniglio verde, invece, simbolo di riproduzione e abbondanza, evoca, per la sua stessa colorazione, la sostenibilità e la green economy. L’impegno a contrastare i cambiamenti climatici è sottolineato poi dai due grandi elefanti (uno rosso che simboleggia il caldo, l’altro, blu, il freddo) che sembrano sul punto di entrare in collisione, eventualità che può essere scongiurata da ogni persona che decida di mettersi in mezzo (lo spazio c’è tutto) ed evitare che ciò accada. Un anelito allo scambio e all’incontro è, invece, quello di cui sono portatrici le grandi rondini, simbolo delle migrazioni, collocate intorno a Piazza Kennedy. Un messaggio di attenzione per evitare gli sprechi e ad una responsabile gestione delle acque viene dalle grandi chiocciole, tra le più richieste sculture di “Cracking art”, tanto è vero che la prossima mostra del gruppo sarà a San Pietroburgo dove un piccolo “esercito” di chiocciole fucsia tenterà l’arrampicata di un palazzo. Il percorso si conclude in Piazza Bilotti che diventa territorio esclusivo dei lupi, colorati di giallo e verde come lo stemma della città, animali simbolo della Sila che diventano portatori dell’auspicio di convivenza tra natura selvatica e le popolazioni del territorio, con i colori . Sulla presenza dei coccodrilli, collocati all’inizio del percorso, è ancora Kicco a dire la sua. “I coccodrilli sembrano quasi voler spaventare e invece rivelano la loro indole mansueta e, collocati vicino ad un Cardinale (quello di Manzù), scatenano un gioco tra pace e guerra, tra spirito sereno e spirito animale, che ci ha molto divertito”.