COSENZA – «Il responso del referendum consultivo sulla fusione dei comuni di Trenta, Spezzano Piccolo, Casole, Pedace e Serra Pedace rappresenta un momento di grande innovazione del contesto istituzionale calabrese, ma allo stesso tempo rende ancora più urgente una riforma strutturale sui processi associativi degli enti locali» Questo quanto riportato in una nota stampa del consigliere regionale Orlandino Greco, a seguito del referendum relativo all’unione dei comuni della Presila. «Non ho partecipato – prosegue- alla campagna elettorale per il voto referendario perché ritengo che le comunità debbano autodeterminarsi su temi di così stretto interesse territoriale. Di contro, ho sempre ribadito l’esigenza di una revisione della legge Delrio che, oltre ad indebolire il ruolo delle province, ha generato un vero e proprio caos istituzionale nei processi aggregativi dei Comuni. La normativa è infatti orientata da un freddo criterio demografico che non tiene in considerazione aspetti ben più rilevanti per le ipotesi di fusione tra più territori. Sarebbe infatti più opportuno considerare il criterio dei bacini omogenei, muovendo dall’idea che, per avviare un processo aggregativo tra più comunità, sia prima necessario mettere a confronto i fattori socio-economici, morfologici, geografici, culturali e verificarne la compatibilità». «E’ indispensabile poi una semplificazione dei processi di fusione tra comuni che, – si legge ancora nella nota – partendo da studi di fattibilità economico-sociale, consentano di realizzare delle nuove comunità istituzionali guidate da governance solide sul medio lungo termine. La fusione dei comuni non può e non deve essere la semplice opportunità per comuni in difficoltà economica di intercettare dei finanziamenti governativi non strutturali e sistemare le criticità di bilancio. In questo quadro, la Regione è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale di coordinamento e progettualità attraverso la realizzazione di una cartina geografica delle aggregazioni locali che coinvolga amministratori locali, esperti giuristi e tecnici, che sappia rispettare le esigenze, affrontare le problematiche, ma anche riconoscere le peculiarità di ogni territorio. I Casali del Manco rappresentano un punto di partenza importante per il futuro delle istituzioni calabresi, ma la regione deve necessariamente guidare i processi di fusione secondo un disegno complessivo che tenga conto dell’omogeneità dei bacini territoriali. Su questo tema la Regione è in forte ritardo. A questo proposito, è indispensabile che il vicepresidente della giunta regionale Viscomi, delegato sulla materia, avvii una revisione complessiva dei processi aggregativi delle istituzioni locali calabresi e contestualmente, di concerto con le province, adotti le misure utili all’attuazione della legge Delrio. Un tema così rilevante nella programmazione regionale deve essere prioritaria nell’agenda governativa affinchè i processi di aggregazione spontanei siano affiancati e supportati da un disegno di riordino complessivo di tutti gli enti locali calabresi»