COSENZA – La Commissione bilancio, patrimonio e tributi, presieduta dal consigliere comunale Gianfranco Tinto, ha discusso la questione della gestione del Castello Svevo di Cosenza, al fine di valutare attentamente la documentazione che è stata richiesta agli uffici comunali competenti con l’obiettivo di individuare eventuali criticità od anomalie e per verificare attentamente se dalla concessione del bene alla società che attualmente lo gestisce siano derivate le entrate previste dal contratto di servizio stipulato nel 2015.
Il Presidente Tinto ha illustrato i diversi aspetti della documentazione che nel tempo ha regolato il rapporto tra il Comune e la società che gestisce la struttura, la Svevo s.r.l, ribadendo il ruolo delle commissioni consiliari a supporto del Consiglio comunale e dell’Amministrazione comunale “per dare indicazioni e suggerimenti”. “Il Castello Svevo – ha detto ancora Tinto -rappresenta il fiore all’occhiello della città di Cosenza ed è sicuramente il monumento simbolo le cui sorti il Comune deve tenere sempre a cuore e che ci si augura debba essere sempre gestito al meglio”.
Sono stati riassunti i diversi passaggi del rapporto tra Comune e Svevo s.r.l. ed è stato ricordato che l’atto primigenio risale al 2015 quando venne stipulato l’atto di concessione ed il contratto di servizio per la valorizzazione e la gestione del Castello Svevo. Nel contratto era previsto un canone annuo pari ad euro 11.523,60 suddiviso in dodici rate mensili di 960,30 euro. “Erano state riconosciute alla Svevo s.r.l. – ha aggiunto Tinto -una serie di spese che sono state sostenute dalla società per un ammontare di 54.607,17 euro. Spese scomputate dai canoni mensili al cui pagamento la società era tenuta. Dalla documentazione ricevuta è risultato che la società ha pagato solo i primi sette mesi di canone, fino al 15 febbraio del 2016, per un totale di 6.722,10 euro”. Tinto ha inoltre riferito della proposta di proroga della convenzione biennale avanzata dalla Svevo nell’ottobre del 2020 ed accolta dal dirigente competente. Infine ha invocato una maggiore attenzione, esortando a fare in modo che la cosa pubblica venga gestita in modo che ci sia un ritorno economico per il Comune.
Per la minoranza ha preso la parola il consigliere Giuseppe D’Ippolito che ha annunciato per conto anche degli altri componenti di opposizione presenti, l’abbandono dei lavori della commissione, motivandolo con la necessità di inserire la discussione in un contesto più generale ritenendo che ad esso vada dedicata un’analisi più ampia di tutta la situazione del patrimonio dell’Ente.
L’abbandono dei lavori della commissione consiliare da parte dell’opposizione è stato stigmatizzato dalla consigliera comunale Chiara Penna che ha giudicato la presa di posizione della minoranza “senza fondamento e pretestuosa”. D’accordo con la collega Penna, il consigliere Francesco Turco che ha sottolineato come “la commissione di oggi è utile a far emergere situazioni alquanto opache e si inscrive in quel percorso improntato alla legalità, alla trasparenza e al rispetto delle regole indicato dall’attuale Amministrazione comunale”. Per Bianca Rende, “l’operazione avviata dalla commissione è emblematica di un modo di procedere che piace e convince, ma che però è minimale”. Rende ha auspicato discontinuità rispetto al passato. La serie degli interventi è stata conclusa da Mimmo Frammartino che ha ribadito come “la posizione del Sindaco Franz Caruso abbia aperto un binario della legalità, dando un messaggio inequivocabile e un indirizzo agli uffici comunali di portare all’attenzione dell’Amministrazione comunale la geografia dei beni culturali, sportivi e del patrimonio dati in gestione, per analizzarli caso per caso”.