Cosenza, l’ultimo addio in cattedrale al feretro di Monsignor Nolè

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COSENZA – Il Sindaco Franz Caruso ha atteso questa mattina, in Piazza dei Bruzi,, insieme al Prefetto Vittoria Ciaramella ed alle altre autorità civili, militari e religiose, l’arrivo del feretro dell’Arcivescovo di Cosenza-Bisignano, Mons.Francescantonio Nolè, scomparso giovedì scorso al Policlinico “Gemelli” di Roma.

Il feretro di Mons.Nolè ha sostato davanti alla sede municipale prima di incamminarsi alla volta della Cattedrale dove è stata ufficialmente aperta la camera ardente.

Il Sindaco Franz Caruso, con le altre autorità, presente il gonfalone della città di Cosenza, ha preso parte anche alla liturgia dell’Ora Sesta con la quale la salma dell’Arcivescovo Nolè è stata accolta in Cattedrale.

Il rito di questa mattina è stato presieduto da Monsignor Giuseppe Piemontese, Vescovo emerito di Terni-Narni-Amelia, nominato dal Papa Amministratore apostolico della diocesi di Cosenza-Bisignano sino alla nomina del nuovo vescovo.

Il Sindaco Franz Caruso, prima dell’arrivo, in Piazza dei Bruzi,del feretro di Mons.Nolè ha ricordato ai giornalisti presenti la figura dell’Arcivescovo di Cosenza-Bisignano. “I ricordi sono tanti – ha sottolineato il primo cittadino -. Il primo che mi viene in mente è quello che risale a quando sono stato appena eletto Sindaco. Mons. Nolè venne nella casa comunale a conoscermi. Fu quello – ha ricordato commosso Franz Caruso – un momento emozionante e bello, perché conobbi l’uomo Nolè, non l’Arcivescovo della nostra città. Parlammo di tante cose, ma soprattutto delle persone bisognose. Non mi ha mai chiesto qualcosa che non riguardasse gli ultimi, gli umili, gli emarginati, i bisognosi ed è questo il ricordo più bello e più profondo che io possa custodire di lui. Credo di interpretare il sentimento di tutta la città ed anche di tutta l’Arcidiocesi ricordando queste doti umane di Mons.Nolè, un francescano, un uomo vicino ai bisogni della gente e che percepiva le difficoltà della comunità orientando la sua azione verso la risoluzione di queste problematiche. Un uomo – ripeto – che non mi ha mai chiesto nulla per sé o per la Chiesa, ma solo per gli altri, per le persone che hanno veramente bisogno della vicinanza delle istituzioni ecclesiastiche e laiche. Merita di essere ricordato veramente con il sentimento più profondo di vicinanza e affetto e di riconoscenza, perché era un uomo buono che credo abbia dato tanto alla nostra città e al nostro territorio”.

 

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