Covid-19 fra Mezzogiorno ed Europa: la prospettiva delle donne

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“Le grandi trasformazioni dell’era post Covid-19. Mezzogiorno, Europa: la prospettiva delle Donne”, è il titolo del webinar promosso da Marisa Fagà, Coordinatrice per il Sud dell’Associazione Nazionale Donne Elettrici (ANDE), che si è tenuto nei giorni scorsi.
Scopo del dibattito – come ha chiarito nel suo saluto la Presidente Nazionale ANDE, Marina Lilli – è stato quello di individuare, secondo una prospettiva di genere, le opportunità per il Paese – e per il Mezzogiorno in particolare – nello scenario post pandemia, alla luce delle ingenti risorse che saranno messe a disposizione dall’Europa.
Marisa Fagà nell’avviare i lavori ha sottolineato l’urgenza di scesa in campo delle donne per guidare la ricostruzione del paese, colpito dal Covid 19 mentre già in severa difficoltà a causa delle prolungate omissioni, miopi populismi e familismi.
La relazione dell’economista Lilia Infelise ha avviato i lavori fornendo uno scenario internazionale ed illustrando le risorse e obiettivi strategici dei programmi messi in campo dall’Europa: il Next Generation EU (750 mld di cui 209 disponibili per la proposta italiana), il Green Deal Investment Plan (100 mld) e lee risorse del Bilancio comunitario (bilancio EU 2021-2027(1074 mld). Ancora Infelise ha sottolineato come la crisi pandemica abbia accentuato le fragilità presenti in diversi settori della nostra società, da quello sanitario a quello della ricerca ed innovazione ed educativo, in primis. Le donne, tuttavia, sono state le più colpite dalla crisi economica scatenata dalla pandemia: “In tutto il mondo, le donne guadagnano meno, risparmiano di meno, hanno lavori meno sicuri, hanno maggiori probabilità di essere impiegate nel settore informale. Nei paesi in via di sviluppo il cosiddetto lavoro informale costituisce addirittura più di due terzi dell’occupazione femminile. La loro capacità di assorbire gli shock economici è quindi inferiore a quella degli uomini e quando i paesi di tutto il mondo sono entrati in lockdown, questi posti di lavoro sono rapidamente scomparsi. Ciò può avere conseguenze catastrofiche”. Secondo l’economista, per la rinascita occorre preparare un’agenda di priorità e modelli implementativi, mettendo in campo il patrimonio di competenze di cui
le donne sono detentrici.
Tra i settori industriali più colpiti, quello della moda registra dati drammatici. Lo ha ricordato Carlo Capasa, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, che ha parlato di scenario di guerra, ma anche di asset unici del sistema italiano: “L’industria della moda nel 2019 – ha detto – era seconda in Italia con quasi 100 miliardi di fatturato. Quest’anno ne sono andati persi 30. Esso resta comunque un
modello unico che affonda le sue radici nel Rianscimento e vede piccoli artigiani e grandi brand lavorare fianco a fianco in quei distretti, noti nel mondo, ispiratori della Silicon Valley.” Secondo Capasa occorre ripartire dalle sfide dell’inclusione e dalla diversità di genere come fonte unica di forza e ricchezza.
Linda Laura Sabbadini, Dirigente Generale del Dipartimento statistiche sociali e ambientali dell’Istat, ha messo in luce le criticità che sussistevano prima dell’avvento del Covid-19 in tema di occupazione femminile: l’Italia aveva faticosamente raggiunto quota 50% nel 2019, penultima nella classifica europea. “La pandemia ha solamente aggravato una condizione già precaria delle donne. Occorre investire nelle infrastrutture sociali, come la sanità, e il welfare di prossimità, creare senso  di comunità. Nella ricostruzione, le donne devono avere un ruolo primario, altrimenti sarà un’occasione persa” – ha concluso da dott.ssa Sabbadini.
All’appello si è unito Aldo Ferrara, Presidente di Unindustria Calabria: “il peccato pià grande in economia è quello di sprecare le crisi. Per non farlo, occorre capacità di visione e leadership”. I ritardi di sviluppo accumulati dal Sud del Paese scontano un disegno normativo penalizzante del sistema produttivo. Ferrara ha quindi enucleato le proposte di Unindustria per il rilancio della Calabria: stimolare investimenti pubblici e privati ed aumentare la densità imprenditoriale, con misure di sostegno all’imprenditorialità giovanile e femminile. 
Delle politiche promosse dall’Europa per l’occupazione femminile ha invece parlato Manuela Conte, capo del Settore Stampa e Media della Rappresentanza in Italia della Commissione europea: “L’Unione europea lavora da sempre per tutelare le donne. Basti pensare che già nei Trattati di Roma del 1957, istitutivi della Comunità economica europea, si menzionava la parità salariale di genere”. 
In conclusione Didi Campagna Sorrentino, Segretaria Nazionale Ande, ha manifestato grande soddisfazione per la riuscita del webinar: “questa discussione ha una sua consistenza: in piena pandemia avere il coraggio di progettare l’immediato futuro non è cosa semplice. Non si è parlato solo di Sud, ma di sistema Paese. Grazie a tutti gli intervenuti”.
Attualmente la squadra di Ande è al lavoro per redigere e presentare al Governo una agenda delle priorità e modelli implementativi, mettendo in campo competenze e capacità di cui le donne sono detentrici. Un programma non generico da far contare ai tavoli di discussione, programmazione e gestione delle risorse che il governo dovrà destinare alla rinascita del nostro Paese.

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