Cyber Intelligence, l’ultimo libro del professore Unical Mario Caligiuri

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RENDE (CS) – Mario Caligiuri, professore all’Università della Calabria, dove dirige il Master in Intelligence, che ha contribuito a introdurre lo studio di settore nelle università pubbliche italiane, presenterà il suo libro “Cyber Intelligence. Tra libertà e sicurezza”, appena edito da Donizelli, a Conversano, durante la XII edizione del Festival “Lectorinfabula 2016”, dal 15 al 18 settembre, organizzato dalla Fondazione “Giuseppe Di Vagno” presso la Pinacoteca del Finoglio. Tra i protagonisti del Festival intellettuali e giornalisti nazionali e internazionali, tra i quali Ezio Mauro, Franco Cardini, Colin Crouch, Alessandro Laterza, Kenan Malik, Gianfranco Viesti, Eric Jozsèf, Paolo Messa, Gaetano Quagliariello e Luciano Violante. In un dibattito coordinato dal direttore di Tom’s Hardware Italia Pino Bruno, Mario Caligiuri si confronterà sui temi della rete e della trasparenza con il garante del lettore de “La stampa” Anna Masera e con Tommaso Edoardo Frosini professore dell’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli.

Nel corso del dibattito si affronteranno temi di grande attualità, dall’accesso alla privacy, dall’oblio alla sicurezza, parole-chiave per comprendere quali sono i nostri diritti nel cyberspazio. Con l’aumento esponenziale delle connessioni, i poteri pubblici cercheranno di approntare strumenti adeguati per coniugare due valori fondativi della convivenza democratica: la libertà e la sicurezza e la rete sarà quasi un “campo di battaglia”. Nel volume di Caligiuri si parte dalla premessa che nei prossimi anni la popolazione virtuale sarà maggiore di quella reale e che, appunto, la rete sarà sempre più simile a un campo di battaglia, il che imporrà agli Stati la necessità di strumenti che coniughino libertà e sicurezza. Un quadro in cui un certo rilievo può assumere la Cyber Intelligence, ma definirla, sostiene il professor Caligiuri, «non è semplice poiché vi convivono due elementi che operano con logiche differenti: l’intelligenza, dote prettamente umana, necessaria per assumere decisioni sensate e lo spazio digitale popolato da tecnologie sempre più avanzate, invasive e discorsive. In un mondo dove il web oscuro è 500 volte più grande dell’internet visibile, dove si possono monitorare tra il 70 per cento delle chiamate telefoniche mondiali; dove osservando i numeri di telefono si possono prevedere gli spostamenti futuri al 90 per cento, dove attraverso i like che lasciamo su Facebook è possibile capire se siamo gay, musulmani o il nostro redito, dove con un click si può destabilizzare una multinazionale, interrompere le trasmissioni da un satellite spia e truccare le elezioni dobbiamo renderci conto che più aumentano i poteri delle tecnologie più c’è bisogno dell’insostituibile fattore umano per dare un’anima alle informazioni e disvelare le menzogne della società della disinformazione imperante dove la verità viene ridotta a mera opinione». Il che comporta, secondo l’opinione dello studioso, che una delle professioni più necessarie del futuro sarà quella dell’analista dei dati che abbiano competenze adeguate per acquisire, organizzare ed elaborare le informazioni e saperle comunicare a tutti.

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