COSENZA – Il diritto alla dignità della vita ed il testamento biologico. Temi di stringente attualità sia per la recente approvazione della normativa sul fine vita entrata in vigore lo scorso 31 gennaio, sia per gli sviluppi del processo in corso contro Marco Cappato, accusato di avere assistito il suicidio di Fabiano Antonioni, meglio conosciuto come dj Febo, accompagnato in Svizzera dove si è lasciato morire per mettere fine alle proprie sofferenze. Come si ricorderà il giovane era affetto da cecità e tetraplegia in seguito ad un incidente stradale. Cosenza in Comune ha organizzato sul tema un incontro ospitato nella sede Auser del centro storico, con la partecipazione di Mina Welby, compagna di vita di Piergiorgio Welby. Mina Welby è presidentessa dell’Associazione Luca Coscioni: «Piergiorgio ha squarciato la nebbia – ha detto – aprendo il dibattito in Italia sui temi dell’etica delle cure. La sua grave forma di distrofia lo aveva costretto a vivere attaccato ad una macchina per la respirazione artificiale. Con forza ha chiesto di staccare la spina, rivolgendosi al presidente della Repubblica e alla magistratura. Le sue battaglie, ha aggiunto, hanno consentito di aprire il dibattito e di arrivare alle prime norme su eutanasia e fine vita». Sulla legge da poco pubblicata in Gazzetta Ufficiale aggiunge: «E’ un buon testo. Adesso però i comuni dovranno consentire ad ogni individuo maggiorenne, di depositare le proprie volontà sulla facoltà di ricevere le cure sanitarie». Infine il passaggio sulla vicenda giudiziaria che coinvolge Marco Cappato: «I giudici del tribunale ordinario hanno trasmesso gli atti alla Consulta. Così la Corte potrà finalmente stabilire se l’articolo 580 del Codice Penale che punisce con la reclusione fino a 12 anni il suicidio assistito, sia costituzionale oppure no».