SCALA COELI (CS) – Si è tenuto nei giorni s«corsi, nei locali della Cittadella regionale, un incontro tra una delegazione del Comune di Cariati, guidata dalla sindaca Greco, e i vertici regionali che si interessano delle politiche ambientali. La riunione era stata chiesta dalla Prima Cittadina nelle scorse settimane, dopo che la notizia non ufficiale della volontà di ampliare la discarica era dilagata tra i cittadini e aveva creato parecchio allarme.
«Non possiamo bloccare il procedimento amministrativo, ma siamo disponibili ad accogliere e a esaminare osservazioni e rilievi tecnici utili alla valutazione del progetto di ampliamento della discarica privata di Scala Coeli, presentato da Bieco S.R.L.».
Voglio ringraziare l’assessore Rizzo per averci ricevuto, e il presidente Oliverio per aver accolto la nostra richiesta – ha detto la sindaca di Cariati Filomena Greco – . Quella della discarica è una questione cruciale per tutti i comuni del Basso Jonio».
Alla riunione, insieme con la sindaca, ha preso parte una delegazione formata dal vicesindaco e assessore all’Ambiente Sergio Salvati, dal capogruppo di Cariati Pulita Assunta Scorpiniti, che rappresentava la minoranza consiliare, e da Gianni De Renzo per i movimenti civici e i comitati antidiscarica.
Per la Regione, al tavolo di discussione erano presenti l’assessore all’Ambiente Antonella Rizzo, il direttore generale del dipartimento Ambiente Orsola Reillo e i responsabili di settore Giovanni Pino Greco e Rodolfo Marsico. Ad aprire la discussione, a cui ha partecipato anche il presidente di Legambiente Calabria Franco Falcone, è stata la sindaca Greco.
Si è fatta portavoce della preoccupazione dei cittadini e delle amministrazioni comunali del Basso Ionio cosentino. Preoccupazioni comprensibili, perché il progetto di ampliamento della discarica di rifiuti speciali, depositato in Regione lo scorso 23 dicembre, se diventasse realtà, deturperebbe il territorio situato nella valle del fiume Nikà. Lì, in una zona coperta dal marchio DOP “Bruzio” e IGP, tra vigneti, terreni coltivati con metodo biologico certificato e allevamenti di bovini di razza podolica. Con l’ampliamento, l’impianto potrebbe arrivare a occupare un’area di circa 68 mila metri quadrati, i rifiuti potrebbero arrivare a occupare oltre un milione di metri cubi. Creerebbero così danni impensabili a livello ambientale, socio-economico, paesaggistico e d’immagine per tutto il territorio.
«Come amministrazioni – ha spiegato la sindaca Greco – , ci stiamo impegnando molto per valorizzare il territorio e per rilanciare la sua riqualificazione agricola e turistica. La realizzazione di una discarica di tale portata può solo ulteriormente penalizzare un territorio già per molti versi abbandonato ed emarginato. Noi facciamo quello che è nostro dovere, ma opere come questa discarica vanificano i nostri sforzi».
Il Comune di Cariati per primo ha deliberato con voto unanime la contrarietà al progetto per l’ampliamento. E lo stesso stanno facendo i Comuni di tutta zona ionica interessata. Tranne, purtroppo, quello di Scala Coeli, in cui la discarica ricade, che ha votato a favore.
La posizione della Regione è stata espressa dal direttore generale Reillo, che ha legato la questione dell’ampliamento della discarica privata di Scala Coeli al problema della gestione dei rifiuti in Calabria. Un problema da affrontare «nella sua complessità e con senso di responsabilità da parte dei Comuni», rei, a suo dire, di non raggiungere il 65% di raccolta differenziata richiesto dalla legge (la misura attuale si attesterebbe tra il 30 e il 40 per cento), e di non riuscire a gestire i rifiuti in forma associata, consorziandosi, come impone sempre la legge, nelle apposite Società d’Ambito provinciali (A.T.O), che eviterebbero la gestione centralizzata e i problemi conseguenti. «Noi – ha dichiarato a tal proposito la Dirigente generale – abbiamo necessità e fabbisogno di discariche, perché esiste un problema di smaltimento finale dei rifiuti e, in particolare, degli scarti di quelli trattati, classificati come rifiuti speciali, che per legge devono essere affidati a privati e che al momento vengono portati nell’unico impianto pubblico esistente a Crotone».
Su tali aspetti è intervenuto l’assessore comunale Salvati, che ha concordato sulla validità degli strumenti offerti dalla legge, e ha rilevato la difficoltà che hanno i comuni della provincia di Cosenza a costituire il soggetto istituzionale rivolto a realizzare un sistema integrato e unitario di gestione del servizio dei rifiuti. Al riguardo, però, secondo Salvati, non manca l’impegno: «Il sindaco di Cariati – ha precisato – ha sottoscritto l’adesione all’ATO all’indomani del suo insediamento». L’assessore regionale Antonella Rizzo è intervenuta poi sottolineando i contenuti del Piano Regionale dei Rifiuti rivolto all’autosufficienza dei territori per la gestione. E ha invitato gli amministratori di Cariati a dare impulso all’adesione dei comuni all’ATO provinciale, per ovviare al problema e per innescare i processi virtuosi basati sul riciclo e sul riuso dei materiali. «La linea politica regionale – ha dichiarato – persegue, com’è noto, l’obiettivo ‘Discariche Zero entro il 2020’. Ma ora ci troviamo di fronte a una Valutazione di Impatto Ambientale e a una legittima aspettativa degli imprenditori».
La guardia rimane alta e, in attesa di una positiva determinazione, si continuerà a perseguire l’unione territoriale avviata dal Comune di Cariati e dai comitati e movimenti che da anni lottano per evitare lo scempio di un territorio ricco di potenzialità eppure tanto provato da scippi di servizi, carenze storiche e abbandoni istituzionali.
«Non possiamo bloccare il procedimento amministrativo, ma siamo disponibili ad accogliere e a esaminare osservazioni e rilievi tecnici utili alla valutazione del progetto di ampliamento della discarica privata di Scala Coeli, presentato da Bieco S.R.L.».
Voglio ringraziare l’assessore Rizzo per averci ricevuto, e il presidente Oliverio per aver accolto la nostra richiesta – ha detto la sindaca di Cariati Filomena Greco – . Quella della discarica è una questione cruciale per tutti i comuni del Basso Jonio».
Alla riunione, insieme con la sindaca, ha preso parte una delegazione formata dal vicesindaco e assessore all’Ambiente Sergio Salvati, dal capogruppo di Cariati Pulita Assunta Scorpiniti, che rappresentava la minoranza consiliare, e da Gianni De Renzo per i movimenti civici e i comitati antidiscarica.
Per la Regione, al tavolo di discussione erano presenti l’assessore all’Ambiente Antonella Rizzo, il direttore generale del dipartimento Ambiente Orsola Reillo e i responsabili di settore Giovanni Pino Greco e Rodolfo Marsico. Ad aprire la discussione, a cui ha partecipato anche il presidente di Legambiente Calabria Franco Falcone, è stata la sindaca Greco.
Si è fatta portavoce della preoccupazione dei cittadini e delle amministrazioni comunali del Basso Ionio cosentino. Preoccupazioni comprensibili, perché il progetto di ampliamento della discarica di rifiuti speciali, depositato in Regione lo scorso 23 dicembre, se diventasse realtà, deturperebbe il territorio situato nella valle del fiume Nikà. Lì, in una zona coperta dal marchio DOP “Bruzio” e IGP, tra vigneti, terreni coltivati con metodo biologico certificato e allevamenti di bovini di razza podolica. Con l’ampliamento, l’impianto potrebbe arrivare a occupare un’area di circa 68 mila metri quadrati, i rifiuti potrebbero arrivare a occupare oltre un milione di metri cubi. Creerebbero così danni impensabili a livello ambientale, socio-economico, paesaggistico e d’immagine per tutto il territorio.
«Come amministrazioni – ha spiegato la sindaca Greco – , ci stiamo impegnando molto per valorizzare il territorio e per rilanciare la sua riqualificazione agricola e turistica. La realizzazione di una discarica di tale portata può solo ulteriormente penalizzare un territorio già per molti versi abbandonato ed emarginato. Noi facciamo quello che è nostro dovere, ma opere come questa discarica vanificano i nostri sforzi».
Il Comune di Cariati per primo ha deliberato con voto unanime la contrarietà al progetto per l’ampliamento. E lo stesso stanno facendo i Comuni di tutta zona ionica interessata. Tranne, purtroppo, quello di Scala Coeli, in cui la discarica ricade, che ha votato a favore.
La posizione della Regione è stata espressa dal direttore generale Reillo, che ha legato la questione dell’ampliamento della discarica privata di Scala Coeli al problema della gestione dei rifiuti in Calabria. Un problema da affrontare «nella sua complessità e con senso di responsabilità da parte dei Comuni», rei, a suo dire, di non raggiungere il 65% di raccolta differenziata richiesto dalla legge (la misura attuale si attesterebbe tra il 30 e il 40 per cento), e di non riuscire a gestire i rifiuti in forma associata, consorziandosi, come impone sempre la legge, nelle apposite Società d’Ambito provinciali (A.T.O), che eviterebbero la gestione centralizzata e i problemi conseguenti. «Noi – ha dichiarato a tal proposito la Dirigente generale – abbiamo necessità e fabbisogno di discariche, perché esiste un problema di smaltimento finale dei rifiuti e, in particolare, degli scarti di quelli trattati, classificati come rifiuti speciali, che per legge devono essere affidati a privati e che al momento vengono portati nell’unico impianto pubblico esistente a Crotone».
Su tali aspetti è intervenuto l’assessore comunale Salvati, che ha concordato sulla validità degli strumenti offerti dalla legge, e ha rilevato la difficoltà che hanno i comuni della provincia di Cosenza a costituire il soggetto istituzionale rivolto a realizzare un sistema integrato e unitario di gestione del servizio dei rifiuti. Al riguardo, però, secondo Salvati, non manca l’impegno: «Il sindaco di Cariati – ha precisato – ha sottoscritto l’adesione all’ATO all’indomani del suo insediamento». L’assessore regionale Antonella Rizzo è intervenuta poi sottolineando i contenuti del Piano Regionale dei Rifiuti rivolto all’autosufficienza dei territori per la gestione. E ha invitato gli amministratori di Cariati a dare impulso all’adesione dei comuni all’ATO provinciale, per ovviare al problema e per innescare i processi virtuosi basati sul riciclo e sul riuso dei materiali. «La linea politica regionale – ha dichiarato – persegue, com’è noto, l’obiettivo ‘Discariche Zero entro il 2020’. Ma ora ci troviamo di fronte a una Valutazione di Impatto Ambientale e a una legittima aspettativa degli imprenditori».
La guardia rimane alta e, in attesa di una positiva determinazione, si continuerà a perseguire l’unione territoriale avviata dal Comune di Cariati e dai comitati e movimenti che da anni lottano per evitare lo scempio di un territorio ricco di potenzialità eppure tanto provato da scippi di servizi, carenze storiche e abbandoni istituzionali.