Duro attacco ai calabresi, Klaus Davi accusa di aver dimenticato Gianni Versace

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VIBO VALENTIA – Duro sfogo di Klaus Davi sul suo profilo Facebook contro la politica calabrese, colpevole di avere rimosso la memoria di Gianni Versace. «Caro mio amato Gianni, tra qualche giorno ricorrerà l’anniversario del Tuo barbaro assassinio. Molto probabilmente tutto passerà sotto silenzio, in Calabria e in Italia”, scrive il giornalista, ricordando lo stilista che probabilmente ha più influenzato il ‘900, assassinato il 15 luglio del 1997 nella sua villa di Miami Beach in circostanze ancora poco chiare (https://www.facebook.com/klaus.davi.9?fref=jewel). “Per lavoro vengo spesso nella Tua terra e nella Tua città. E ogni volta che ci passo le ore è come se sentissi il Tuo respiro, come se Tu mi parlassi e mi raccontassi le bellezze della Tua meravigliosa terra, che non hai mai voluto rinnegare, benché i Tuoi conterranei Ti abbiano costretto ad emigrare, perché per la machista ed ‘eterosessuale’ Calabria un omosessuale era meno tollerabile di un mafioso assassino. Teniamoci pure esseri come i virili (sic) De Stefano – i veri padroni incontrastati della Tua città – ma non un genio come Versace. Lui può andare, anzi deve – scrive il massmediologo- In Calabria nulla parla di Te. Non le strade, non un museo, non una targa rammenta il Tuo genio creativo. Sei scomodo anche da morto, per i Calabresi.

Klaus Davi

A Reggio non c’è neanche più traccia del negozio dove lavoravi con la Tua meravigliosa Mamma, e dove imparavi l’arte del cucire ispirata dal genio greco che lambisce la Tua terra, preso in giro crudelmente dai coetanei che insultavano il Tuo straordinario talento. Neanche la scontata menzione di una via Ti hanno riservato…..vigliacchi”, prosegue Davi nel messaggio affidato al social network pensando al ventennale della sua scomparsa che cadrà nel 2018. “Caro Gianni, la Tua terra non Ti merita, neanche da morto. Quando giro per la Tua città e la gente mi dice di lasciare stare i mafiosi, perché vanno ‘rispettati nella loro privacy’, provo un senso si lancinante desolazione. Ma certo, lasciamoli stare tranquilli, indisturbati, e costringiamo i talenti, ogni giorno, a lasciare la loro terra, come è accaduto con Te…e con altre centinaia…“Spuren hinterlassen”, lasciare tracce e’ la cifra del Poeta, ripeteva il grande scrittore svizzero Max Frisch. Le Tue di tracce, le hanno calpestate e oltraggiate con l’oblio razzista. Caro Gianni, il 15 luglio passerà di nuovo invano. Saremo in pochi che Ti ricorderemo. Una politica insulsa, inutile calpesterà nuovamente il Tuo ricordo. Ti voglio bene, Gianni, io non Ti dimenticherò mai».

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