MILANO – La città di Cosenza al quinto posto della classifica finale di Ecosistema Urbano 2018, il rapporto di Legambiente sulle performance ambientali delle città, giunto alla sua venticinquesima edizione, presentato oggi a Milano e realizzato con il contributo scientifico di Ambiente Italia, la collaborazione editoriale de Il Sole 24 ore e con un contributo di Ispra sui corpi idrici.
Un gran bel segnale viene dal capoluogo di provincia bruzio che insieme alle città di Mantova, Parma, Bolzano e Trento risulta essere per il rapporto un’eccellenza e infatti si trova in alto nella classifica. Un risultato che deve motivare le altre città calabresi a seguire l’esempio di Cosenza e rendere la Calabria più sostenibile e virtuosa.
«La città di Cosenza e le scelte del sindaco Occhiuto permettono alla città di essere in testa alla classifica di ecosistema urbano. Scelte dettate da una visione di città che abbiamo difeso e difendiamo – afferma Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria – in merito a pedonalizzare molte aree della città, con le zone a traffico limitato, con la chiara indicazione di diminuire la presenza delle auto in città».
Molti cosentini già seguono le buone pratiche ambientali dal fare bene la raccolta differenziata, a fare la spesa senza ricorrere agli shopper e finalmente ad andare in bici.
Questo vuol dire che la salute ambientale di Cosenza è buona e questa qualità di vita ambientale è in crescita se si pensa che nel 2017 la stessa città era al 13esimo posto. Male per la città di Crotone che in qualità di salute ambientale è al 92esimo posto. Come il capoluogo calabrese purtroppo altri sono quelli a tutt’oggi in allarme per smog e congestione, per i rifiuti o per l’acqua, ma è altrettanto evidente una dinamicità, un cambiamento, uno sforzo di uscire dal passato che ha contaminato diverse città, che è ben strutturato e ha bisogno di essere sostenuto e agevolato.
L’indagine si basa su 16 parametri divisi nelle macroaree: Aria, Acqua, Rifiuti, Energie rinnovabili, Mobilità e Ambiente urbano. Per ciascuno dei 16 indicatori, ogni città ottiene un punteggio normalizzato variabile da 0 a 100. Il punteggio finale è successivamente assegnato definendo un peso per ciascun indicatore che oscilla tra 3 e 15 punti, per un totale di 100 punti.
Riguardo al rapporto annuale di Legambiente sui dati delle performance ambientali delle città capoluogo il presidente nazionale, Stefano Ciafani, afferma «Andamento (troppo) lento. È con il titolo di una canzone della pop music italiana di fine anni ‘80 che possiamo sintetizzare l’evoluzione dello stato di salute ambientale dei capoluoghi di provincia del nostro Paese. L’edizione 2018 di Ecosistema Urbano – che ancora una volta pubblichiamo con la preziosa collaborazione de Il Sole 24 Ore e dell’Istituto di ricerche Ambiente Italia e per la prima volta con il contributo di Ispra – ci conferma la tendenza emersa negli ultimi dieci anni. Su alcuni fronti le cose migliorano anche in modo inaspettato, come nel caso delle buone pratiche di gestione dei rifiuti e di economia circolare, su altri, troppi, sono invece purtroppo stabili in assenza di politiche coraggiose e investimenti adeguati, come dimostrano ad esempio il tasso di motorizzazione privata o il consumo di suolo».