COSENZA – Continua l’emergenza idrica in Calabria e col persistere della siccità si aggravano i problemi in molti comuni drlla della regione. In seguito alle riduzioni che la Sorical, società che gestisce le forniture idriche, opera da mesi, il consigliere provinciale Francesco Gervasi prospetta una ulteriore revisione circa i parametri che la società adotta per ripartire le acque. In particolare, il consigliere fa riferimento alla situazione dei 25 comuni che sono serviti dalla condotta dell’Abatemarco, emersa nel corso di una riunione tenutasi ieri, alla presenza di rappresentanti della Sorical e della Regione Calabria, convocata dal Prefetto per predisporre un piano d’azione per fronteggiare la crisi idrica. Nel corso dell’incontro, in rappresentanza del comune di Mendicino, presso il quale ricopre l’incarico di assessore ai lavori pubblici, Gervasi ha chiesto al Commissario liquidatore Luigi Incarnato di spiegare quali sono appunto i criteri utilizzati per dividere la risorsa idrica ai vari comuni sulla stessa conduttura. La richiesta del consigliere provinciale è stata accompagnata da dati relativi alla fornitura idrica dei comuni serviti dall’Abatemarco, per mostrare come esista una sensibile discrepanza nelle quantità di acqua erogate, riportando come esempio i 691.775 Mc di acqua fornita a Mendicino nel 2016 e i 1.583.885 Mc destinati al comune di Castrolibero. Simile densità di popolazione, diversa fornitura: ecco quanto contestato da Gervasi che, per tale ragione, ha richiesto una disamina dei parametri adottati da Sorical. Inoltre, l’assessore ha aggiunto che sono state avviate «la mappatura della rete idrica comunale ed una serie di misurazioni, grazie alle quali, avremo, a breve, la progettazione definitiva del primo stralcio di interventi per l’efficientamento e l’ingegnerizzazione del nostro sistema idrico. Interventi che dovrebbero partire in autunno, grazie ad un finanziamento di 350mila euro che siamo riusciti ad ottenere dalla Regione Calabria. La nostra – ha concluso Gervasi – non è una presa di posizione che vuole creare divisioni con gli altri comuni, né una battaglia di campanile».