Lo afferma l’on Jole Santelli, vice presidente della commissione antimafia di Forza Italia.
LE DICHIARAZIONI DEL PROMOTER RUGGERO PEGNA
«Ho visto il film trasmesso da Rai1 sulla strage di Duisburg, rimanendone sconcertato innanzitutto per la pessima qualità cinematografica, al di sotto di ogni standard possibile per la prima rete della Rai. Un film brutto, dilettantistico, d’infimo livello, che ha solo messo insieme ogni tipo di bruttura per offendere un’intera regione; un film talmente mal scritto, diretto e recitato, da diventare a tratti una grottesca caricatura della ‘ndrangheta e della Calabria. La ’ndrangheta esiste, ma è il cancro della Calabria, non la Calabria! Peraltro, oramai è un cancro che non parla solo calabrese (peraltro il dialetto di ieri sera era inquietante quanto inverosimile), ma anche milanese, bolognese, romano e perfino molte lingue del mondo; le lingue e i dialetti di tutti i colletti bianchi dell’imprenditoria, della politica, dell’affarismo che, grazie alle loro collusioni, consentono che questo male sopravviva. Un cancro che, seppur rappresentato da poche cellule impazzite, minaccia e sopravvive alla Calabria onesta, operosa e accogliente, alla magistratura coraggiosa, alle battaglie di tanti giovani che, anche e soprattutto con la cultura, lottano per estirparla, alla Calabria della ricerca e di Università assurte a modelli mondiali come quella di Arcavacata, alla Calabria dell’arte in tutte le sue forme, dell’umanità in ogni sua espressione dell’animo, della fede e dei sentimenti. Un film di pessima qualità come quello che ho visto, a tratti ridicolo e inguardabile, non ha alcun senso, se non quello di fare cassetta, dipingendo in modo vergognoso un’intera regione piena di gente perbene, professionisti, intellettuali, artisti, sportivi, scienziati. Stupisce che una rete come Rai1 non selezioni ciò che trasmette, innanzitutto, in base alla qualità dei prodotti. Un simile film, dal punto di vista tecnico, non avrebbe superato nemmeno l’esame all’asilo del cinema!. Mi chiedo: come mai non si esita a trasmettere continuamente pellicole malfatte, umilianti di un’intera regione e della sua gente, mentre un film come quello su Mimmo Lucano e Riace, che mostra i veri valori della Calabria ammirati in tutto il mondo, rimane chiuso in un cassetto? Come mai non si producono opere sulla storia millenaria di questa regione, da sempre al centro di scambi artistici e culturali con tutti i centri della Civiltà del Mediterraneo e del mondo intero, esaltandone figure storiche e territori unici per bellezza e potenzialità turistiche? La ‘ndrangheta non si estirpa con libri e pellicole dozzinali, utili solo a nutrire la morbosità di appassionati del genere, ma con la presenza dello Stato, troppo spesso lontano da questa regione, abbandonata a se stessa; una regione con strade e infrastrutture inadeguate, con un’autostrada fintamente inaugurata ma ancora non finita, con una rete ferroviaria da terzo mondo. La parodia di ieri, perfino girata altrove, può servire soltanto a improbabili gare di audience televisive, non certamente a creare coscienze e rendere giustizia a un pezzo d’Italia che merita di essere rappresentata per le sue tante e indiscutibili eccellenze e positività. I calabresi sono stanchi di queste ‘farsificazioni’, termine inesistente ma che in questo caso rende bene l’idea di becere operazioni commerciali tra il falso e la farsa, come quella andata in onda ieri».
FORZA ITALIA COSENZA
«Un’offesa alla Calabria. Questo e nient’altro, secondo il consigliere regionale Gianluca Gallo, è “Duisburg-Linea di sangue”, il tv movie andato in onda su Rai1. «Sorvolo sui giudizi critici su attori e regia – premette il capogruppo della Cdl – ma non credo sia giusto né possibile cancellare la sensazione di profonda amarezza lasciata dall’assistere alla riproposizione, coi soldi del canone e dunque degli italiani, di una sequenza infinita di luoghi comuni». Prosegue Gallo: «Che in Calabria ci sia la ‘ndrangheta è noto. Che la Calabria sia tutta ‘ndrangheta, come racconta il film in parola, è cosa fuori dal mondo. La nostra è stata ed è, nonostante tutto, una terra di grandi civiltà, fini intellettuali, grandi talenti. Fissare le telecamere solo sulle zone d’ombra può anche essere legittimo, ma spingersi a lasciar intendere che null’altro vi sia oltre quelle è assurdo, scorretto, falso». Un atteggiamento, sottolinea ancora l’esponente della Cdl, «negativo anche sotto il punto di vista del messaggio che passa sul piano della lotta alla ‘ndrangheta: sostenere che la Calabria sia tutta e solo coppole e lupara vuol dire fare un grande favore ai clan, dal momento che dove tutto è ‘ndrangheta nulla è ‘ndrangheta. Noi pensiamo che la Calabria sia altro, e che la lotta alle ‘ndrine, anche attraverso il cinema e la tv, siano altro. Per questo ci ribelliamo ad una rappresentazione buona soltanto a deridere un intero popolo per chissà quale interesse». Conclude Gallo: «Trattandosi di produzioni in genere sostenute anche dalla Regione, sarebbe opportuno che la giunta regionale chiarisse la portata del sostegno garantito e la propria posizione di fronte ai frutti avvelenati del film: il silenzio del governatore di fronte all’ennesima mortificazione ingiustificata inflitta ai calabresi è davvero assordante. Presenterò un’interpellanza perché della questione si discuta in Consiglio regionale, valutando anche la possibilità di adire le vie giudiziarie per ottenere un risarcimento da destinare al finanziamento di progetti di educazione alla legalità nelle scuole».
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