CATANZARO – «La riforma costituzionale è l’occasione per togliere l’Italia dal freezer e rimetterla in marcia. Incluso il profondo Sud, di cui fa parte la Calabria, come mai disorientata e in attesa di risposte ad una crisi che l’ha sprofondata nel disagio sociale. A pochi giorni dal voto, occorre avere chiari i punti della riforma che da soli valgono la scelta in direzione del cambiamento invocato da decenni: fine del bicameralismo paritario e fiducia al Governo solo dalla Camera; fine del contenzioso Stato-Regioni e possibilità per il regionalismo, che dopo mezzo secolo ha perso appeal, di rimettersi in linea, anche attraverso il Senato dei poteri territoriali». È quanto ha asserito la consigliera regionale Flora Sculco nel corso dell’iniziativa “Le ragioni del sì” promossa dal “Coordinamento Comitati Basta un Sì – per cambiare l’Italia e per cambiare la Calabria” . Il consigliere comunale Mauro Notarangelo ha detto che avrebbe preferito l’abolizione del Senato, «ma adesso ciò che conta è cogliere l’opportunità di cambiare approccio ai problemi». Il consigliere provinciale Rosario Lo Stumbo ha detto di avere scelto il si “in maniera convinta”. Pino Pitaro, in conclusione, ha affermato che «la riforma serve per affrontare le sfide della crescita e della riduzione delle diseguaglianze. Il Senato dei poteri locali può soddisfare l’esigenza delle Regioni e del sistema delle autonomie locali di avere una sede nazionale di proposta, ascolto, confronto e decisione. A chi dice che la riforma indebolirà ulteriormente il ruolo delle Regioni e del sistema delle autonomie locali, io mi sento di rispondere che non è così. Al contrario, proprio la riforma rappresenta l’opportunità di ridare senso Regioni che appaiono stanche, cariche di competenze gestionali dagli esiti fallimentari: si pensi alla sanità, al turismo, al lavoro, all’ambiente. Conservare questo drammatico stato di cose sarebbe un suicidio. Catanzaro deve svegliarsi. Dal sì al referendum al sì al cambiamento amministrativo per una città a misura d’uomo, che sappia armonizzare i tanti microcosmi di cui è composta, non ci vuole poi molto. Certo, nessuno ci regalerà niente. Serve – secondo l’avv. Pitaro – rimboccarsi le maniche e sapersi distinguere, altrimenti i cittadini non cambieranno per un nuovo solo di facciata. Non dobbiamo demonizzare nessuno, ma stare ai fatti. E dopo il 4 dicembre iniziare una riflessione concludente».