Giornalisti d’Azione, a Siderno il corso gratuito “Il linguaggio delle immagini nel giornalismo televisivo”

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SIDERNO (RC) – Cos’è uno stand-up? Quand’è opportuno inserirlo in un servizio televisivo? Qual è la sua funzione? E in quale momento del servizio si inserisce? Sono alcune delle domande che troveranno risposta domani, dalle 10,00 alle 18,00, a Siderno, nel centro polifunzionale del Comune, durante  il corso gratuito su “Il linguaggio delle immagini nel giornalismo televisivo”, organizzato dal movimento “Giornalisti d’Azione”. La lezione di svilupperà in due parti: al mattino, la dottoressa Annabruna Eugeni, programmista – regista della sede Rai per la Calabria è già docente all’Università della Calabria, illustrerà le tecniche del giornalismo televisivo; nel pomeriggio, sarà Marcello Le Piane, giornalista, ma anche operatore di ripresa e tecnico di montaggio, direttore della “Component Produzioni Tv”, che lavora da oltre venti anni per la Rai, regionale e nazionale, e per i canali Mediaset. «Siamo veramente felici – dice il vice presidente dell’associazione, Francesco Montemurro – del gran numero di iscrizioni, sono oltre 60, pervenute. È  il segno evidente che i giornalisti calabresi vogliono mettersi al passo coi tempi. Si sta comprendendo l’anacronisticità di svolgere la professione giornalistica soltanto sapendo scrivere un articolo. Oggi il giornalista deve conoscere anche le tecniche di ripresa e di montaggio se vuole essere competitivo in un mercato del lavoro sempre più esigente e sempre più teso all’ottimizzazione delle risorse economiche. Questo corso, che abbiamo già svolto a Catanzaro qualche mese fa con il medesimo grande successo, rientra nelle attività che il movimento “Giornalisti d’Azione” si è prefissato nello statuto, con l’obiettivo di favorire la crescita professionale dei giornalisti calabresi. Noi – continua Montemurro – siamo dell’idea che sia necessario, con corsi pratici e funzionali che arricchiscano la conoscenza dei colleghi, essere concreti. In questo modo andiamo a colmare un vuoto e a sopperire all’impossibilità dei colleghi di frequentare corsi a pagamento, pensando anche ai giornalisti meno giovani, a quelli che non hanno avuto la fortuna o la possibilità di formarsi nelle scuole di giornalismo in cui, ormai, vengono insegnati regolarmente l’uso delle videocamere e dei software di montaggio digitale».

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