CATANZARO – «Ho raccolto una sanità in macerie dopo dodici anni di commissariamento durante i quali non c’è stato alcun investimento, né nel reclutamento di personale sanitario, né nella dotazione di tecnologie. A volte la differenza tra pubblico e privato si registra anche perché nel pubblico non ci sono le attrezzature necessarie». Così il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ospite a Restart in onda su Rai2. «È la dimostrazione del fatto – ha aggiunto – che non è detto che quando governa la sanità il governo nazionale le cose vadano meglio. In Calabria il commissario alla sanità è stato inviato dal governo per 12 anni, per un odioso pregiudizio verso la nostra regione, considerata una regione ingovernabile, e la situazione della sanità è precipitata ulteriormente. Noi – ha spiegato Occhiuto – spendiamo circa 200 milioni all’anno di mobilità sanitaria passiva per i calabresi che non riescono a curarsi in Calabria e vanno a curarsi in altre regioni, una grande ingiustizia che aumenta i divari. Sarebbe utile che ci fosse un investimento del governo nazionale sulla sanità, che non è solo un investimento in termini di risorse, ma anche di personale e di riforme. I medici che stanno negli ospedali italiani sono quelli pagati peggio, molti vanno a lavorare all’estero. Qualche anno fa l’Ordine dei medici diceva che c’erano troppo medici in Italia e che bisognava restringere il numero chiuso. Non è stato fatto nessun investimento nelle specializzazioni che occorrono nella sanità del nostro Paese e poi tutto d’un tratto ci si rende conto che il sistema sanitario non funziona. Evidentemente – ha concluso Occhiuto – ci sono stati dei gravissimi problemi di organizzazione».