CARIATI (CS) – Mentre la regione discute ancora sull’area in cui allocare il nuovo ospedale di Cosenza, il gruppo iGreco presenta il progetto dell’Ospedale riunito accreditato e convenzionato con il sistema sanitario nazionale, totalmente integrato con l’offerta pubblica e destinato – si legge in un comunicato – ad accrescere gratuitamente, per gli utenti, il panorama delle prestazioni sanitarie complessive dell’intera provincia e dell’area urbana di Cosenza. Progetto rivisto rispetto alla versione precedente e dimensionato nella volumetria prevista dal piano regolatore dell’amministrazione comunale di Rende. Una rivisitazione del progetto che prevede in ogni caso non meno di 500 nuove unità lavorative. Posti di lavoro in più destinati a segnare e non poco il destino socioeconomico dell’area urbana, senza contare l’indotto di riflesso. Tre le attuali strutture sanitarie che saranno accorpate nell’insediamento ospedaliero, tutte già accreditate con il sistema sanitario e già inquadrate negli “Ospedali Riuniti” del gruppo iGreco. Si tratta della Casa di cura “La Madonnina”, della Casa di cura “Madonna della catena” e della Casa di cura “Sacro Cuore”. Un progetto definitivo che interessa un lotto di Sant’Agostino di Rende per una superficie di più di 46mila metri quadrati e che si profila come idoneo strategicamente e urbanisticamente rispetto al territorio circostante. Tre piani più un piano interrato e un’area parcheggio, di 15mila metri quadrati, facilmente raggiungibile dal sistema di viabilità circostante. Dal punto di vista scientifico l’Ospedale riunito può contare, tra gli altri, sul supporto di professori e dottori di altissimo livello su scala nazionale. Questo rientra in uno dei principali obiettivi del gruppo, e cioè arginare se non azzerare la cosiddetta migrazione sanitaria, i “viaggi della speranza” che contrassegnano purtroppo il destino di molti conterranei alle prese con i guai di salute. Da qui l’esigenza di poter contare sul supporto delle più prestigiose professionalità a livello nazionale. È il caso del dottor Massimo Misiti, responsabile del reparto di Ortopedia e direttore scientifico della Società italiana di artroscopia e che è anche consigliere nazionale del collegio italiano chirurghi. È il caso del professor Francesco Greco, urologo, così come del dottor Eugenio De Marco. In una delle attrezzatissime sale operatorie è poi previsto l’ausilio del celebre robot “Da Vinci”, esclusivo e primo caso in Calabria. Una applicazione di chirurgia robotica già in uso a Roma e a Milano e che è comunemente prevista per la rimozione della prostata, la sostituzione della valvola cardiaca, nelle procedure di chirurgia ginecologica.