Il viaggio di Marco a sostegno dell’AISM fa tappa a Cosenza

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COSENZA – Mettere in pausa la propria vita per un anno, per sposare la nobile causa dell’AISM (l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla). E’ esattamente quello che ha fatto Marco Osky Togni, ingegnere di 36 anni, di Finale Ligure, in provincia di Savona, appassionato di trekking che ha preso un anno sabbatico dal suo lavoro per girare a piedi l’Italia, da Genova alla Calabria e ritorno, con un’appendice, al termine della corsa nel capoluogo ligure, anche nelle Isole.

Il viaggio di Marco ha fatto tappa a Cosenza, dopo aver già percorso 2.200 chilometri (alla fine del cammino saranno 6000 e la conclusione è prevista il 30 novembre prossimo). Il suo messaggio è chiaro: far riflettere la collettività sulla sclerosi multipla, soprattutto per i danni che questa patologia, una delle più comuni malattie che colpiscono il sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale), può causare ai giovani tra i 20 e 40 anni (che è la fascia d’età in cui rientra anche Marco) e per ridare una speranza, con il suo cammino, anche a chi non può più camminare. E per riaffermare i diritti delle persone affette da sclerosi multipla, Marco Togni ha portato anche a Cosenza la loro Carta dei diritti, un documento che contiene una serie di tutele che vanno dall’inclusione sociale, al diritto al lavoro, alla garanzia di una buona qualità della vita. Marco è stato ricevuto a Palazzo dei Bruzi dal Presidente del Consiglio comunale, Pierluigi Caputo e dalla consigliera comunale Alessandra De Rosa, Presidente della commissione consiliare Cultura e con un passato di consigliere nazionale dell’AISM e Presidente provinciale della stessa associazione. Ad accompagnare in Municipio l’ingegnere-viaggiatore, volontario dell’AISM, l’attuale Presidente provinciale dell’AISM Maria De Luca e la Vice presidente Anna Flaminia Batta Veltri. «E’ un bellissimo viaggio – ha detto nel corso dell’incontro il giovane ingegnere – ed è un viaggio che ho voluto associare all’AISM proprio perché essendo in movimento per la Penisola, mi sembra di camminare anche per tutte quelle persone che fanno più fatica di me per farlo. Spesso mi chiedono se non mi senta solo in questo viaggio e la risposta è no, perché cammino con 122 mila persone affette da sclerosi multipla. Il classico anno sabbatico – ha aggiunto – che le persone normali prendono a diciott’anni, io ho aspettato, per prenderlo, di averne 18+18, quindi 36. E’ un’idea che avevo in mente da sempre, una sorta di sogno, di piccola parentesi della mia vita che ho voluto dedicare, sì al cammino e alla scoperta dell’Italia, ma soprattutto per fare qualcosa di importante anche per gli altri».

 

 

 

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