Infermieri, violenza agli operatori e carenza personale al centro del corso OPI

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COSENZA – Il nuovo corso degli infermieri cosentini, appartenenti all’ordine Opi e rappresentati da Fausto Sposato, riparte dall’assemblea annuale.

Due i principali obiettivi proposti da presidente e direttivo: la violenza su tutti gli operatori sanitari su cui da giorni, in ogni presidio pubblico e privato, campeggiano manifesti eloquenti e di vicinanza assoluta verso i colleghi che subiscono aggressioni da pazienti e familiari, quasi «fosse colpa degli operatori e non, invece, di chi dovrebbe organizzare e gestire con altri metodi le strutture sanitarie e gli ospedali» e poi la carenza, ormai cronica, di personale. Sposato, nella sua apprezzata relazione, cita numeri oggettivi: «con quota 100, secondo i dati ufficiali della federazione nazionale di cui faccio parte, 736 nel 2019 andranno in pensione. Altri 1451 con la possibile riduzione dell’indennità del 30%. Parliamo quindi di oltre 2000 operatori, considerato che almeno altre 4000 presenze, immediatamente, servirebbero per le esigenze e le richieste. È evidente, anche scontato, come il nostro Ordine sia a favore di tutte le assunzioni, ma attenzione: si evitino guerre tra poveri. Tutti pari dignità, dai precari a chi è nelle graduatorie ferme, senza continuare a giocare subdolamente sul futuro di chi studia e si impegna per una professione pregnante come la nostra».

L’Opi che, nel frattempo ha anche approvato all’unanimità il bilancio, ha acceso i riflettori anche sul cosiddetto “demansionamento”, cioè a dire il lavoro quotidiano che moltissimi infermieri svolgono ma che non è di loro competenza.

Così come sui reparti a gestione infermieristiche, gli Udi, che solo al Nord funzionano e sono realmente organizzati: «Perché qui a Cosenza ed in tutto il Mezzogiorno non si da la possibilità di gestire direttamente all’infermiere qualificato che ha studiato, conseguito master e specializzazioni ed ha, sul campo, anni di lavoro ed esperienza? Perché non ritiene opportuno considerare le posizioni contendibili? Perché non si procede ad affidare la formazione agli infermieri?», le proposte di Sposato.

La verità, per l’Opi, è che «anni di commissariamento hanno di fatto peggiorato la sanità” e pur se “esistono, in alcuni ambiti, nicchie di best practice e di medici e professionisti bravi e lungimiranti, ciò non vuol dire che dobbiamo nascondere che ancora troppe cose non vanno bene ed alcuni reparti sono inavvicinabili». L’Ordine, per questo, afferma di «schierarsi fattivamente, come fatto in questi ultimi anni, con tutti gli iscritti e tutti i colleghi che sono in oggettiva difficoltà, con turni massacranti, demansionamenti appunto, cattiva organizzazione management senza una reale programmazione e, per ultimo, lotte tra poveri che non fanno il bene del cittadino paziente». A margine dell’assemblea tutto il direttivo ha indossato una maglia bianca a supporto dell’iniziativa sula violenza agli operatori sanitari.

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