CATANZARO – «Sicuramente faremo anche quest’anno i conti con la mancanza di acqua ed è già allarme nel crotonese. Le prime serie avvisaglie, come accade ormai da anni, – dichiara Pietro Moinaro, presidente di Coldiretti Calabria – si registrano infatti in questo territorio dove ritorna di attualità l’irrigazione della coltura dei finocchi che, vengono piantumati all’incirca dalla metà di settembre. Una circostanza – scrive Coldiretti al Presidente Oliverio, al Prefetto di Crotone, al comune di Isola C.R. e dirigenti dei Dipartimenti interessati della Regione – che si verifica poiché finiscono i volumi d’acqua (33 milioni di mc) erogati, dal 1° maggio al 30 settembre, dall’attuale “dominus”, l’A2A, la multiutility specializzata nel settore dell’energia, previsti nelle convenzione che risalgono al 1968. Convenzioni ormai datate, – scrive Coldiretti – perché di 50anni fa e succedutesi via via tra vari soggetti e ancorate ad una agricoltura diversa e poco legata ai frequenti cambiamenti climatici che influiscono, sulla vita stessa delle persone e delle attività economiche. Rivedere le condizioni delle “Convenzioni” ormai è un imperativo – continua Coldiretti – peraltro – chiosa – inspiegabilmente a suo tempo sono state rinnovate, con un vincolo trentennale che scade nel 2029. La multiutility – precisa Coldiretti – produce energia turbinando in media nell’anno 10 mc/s che equivalgono a circa 300milioni di mc di acqua in un anno. Di questi, allo stato, 100 milioni circa sono consegnati al Consorzio gli altri vengono rilasciati in mare. E’ facile dedurre che l’acqua non viene rilasciata in funzione di quanto previsto dalla legge e cioè della richiesta e necessità dei territori e quindi per uso idropotabile e irriguo ma in base a criteri e considerazioni economiche che non mirano sicuramente alla conservazione della risorsa idrica nei bacini silani. A fine agosto/metà settembre di ogni anno, anche nel 2018 sarà così, si esauriscono i volumi di acqua previsti dalle convenzioni, e questo rende problematica l’attività agricola e zootecnica.. Insomma un intero sistema rischia di collassare. Non possiamo più accontentarci di forme di assistenza temporanee dettate dall’urgenza della situazione e durante le quali A2A chiede alla Regione il risarcimento per il mancato utilizzo dell’acqua per la produzione di energia– insiste Molinaro – bensì è giunto il momento di soluzioni stabili e durature. Non possiamo più accettare che un grande patrimonio ambientale che appartiene alla Calabria, sfruttato a fini idroelettrici, abbia anche e tra l’altro probabilmente un ritorno economico insoddisfacente per le casse regionali. Molinaro chiede al Presidente Oliverio, in virtù di una “sovranità” da esercitare, che la Regione Calabria metta in campo una iniziativa forte a difesa del nostro patrimonio agricolo, ambientale, turistico e paesaggistico”. Riuscire a cambiare la situazione, chiude la lettera – è un deciso salto culturale: una sfida di futuro, nella quale dobbiamo essere impegnati»