COSENZA – Importante appuntamento culturale mercoledì 29 marzo, alle ore 17,30, alla Residenza Ruggi d’Aragona di Corso Telesio. In programma, la presentazione del libro di Marco Romano “Le belle città”, edito da Utet. Tra i cinquanta ritratti di città come opere d’arte delineati dall’autore ce n’è uno dedicato anche a Cosenza. L’iniziativa è promossa dall’Amministrazione comunale e dell’Associazione “Quartieri tranquilli”, di cui è Presidente nazionale, a Milano, Lina Sotis e che a Cosenza è coordinata da Eva Catizone, delegata per le politiche culturali del Sindaco Mario Occhiuto. Alla presentazione del libro parteciperanno, oltre all’autore, il Sindaco Mario Occhiuto e l’Assessore al territorio della Regione Calabria Franco Rossi. A moderare i lavori, la giornalista Anna Maria Terremoto, già caporedattore della sede regionale della RAI. Marco Romano, celebre architetto, ha creato una disciplina nuova: l’estetica della città che ha insegnato, tra le altre, alla Facoltà di Architettura di Venezia e Genova. Membro dell’INU (l’Istituto Nazionale di Urbanistica), ha diretto la rivista “Urbanistica” ed ha fatto parte del Consiglio superiore del Mibac. Il suo libro preferito è “Il Gattopardo” e c’è una ragione in più: il protagonista, l’astronomo principe di Lampedusa, è il suo trisnonno Giulio. «L’anima di una città – sottolinea Marco Romano -abita i suoi muri, vive negli stili con cui sono eretti i palazzi del centro, nel modo in cui sono collocati i giardini e i monumenti. Le città – tutte le città – sono in questo senso l’esito di una riconoscibile intenzione estetica. Per afferrarla, non basta disporsi in contemplazione delle carte antiche o dei palazzi, come davanti a un quadro, occorre invece praticare l’arte di camminare passo passo e soprattutto di vedere – non guardare soltanto – ogni strada e ogni piazza». «La guida turistica chiusa nello zaino, lo sguardo verso l’alto, il viaggiatore – spiega ancora il dotto urbanista e instancabile camminatore Marco Romano – dovrà farsi condurre dalle sue sensazioni, da ciò che attrae il suo occhio. Un occhio che va nutrito con la curiosità e allenato con lo studio, perché l’estetica della città è una disciplina consolidata e rigorosa che non differisce in niente dalla valutazione di qualsiasi opera in ogni altro campo della critica d’arte. A saperli riconoscere – scrive Romano nelle note che anticipano la presentazione del suo volume – tutte le città hanno i medesimi temi collettivi, le medesime strade e le medesime piazze, ma disposti sempre in maniera diversa: è l’osservazione che deve saperli di volta in volta individuare».