CORIGLIANO CALABRO (CS) – Si è rinnovata anche quest’anno l’abituale devozione alla Madonna del Carmine tra fede e riti. Come da tradizione molte le persone, tra cui molte donne, ragazzi e bambini, che anche a piedi da Schiavonea e dallo Scalo, ma non solo, hanno raggiunto la chiesa di Sant’Antonio nel centro storico cittadino. E anche se la chiesa della Madonna del Carmine, ai piedi del paese nei pressi del ponte Margherita, è chiusa per un restauro che dura ormai da anni, le iniziative si ripetono con la stessa religiosità e la stessa intensità di anno in anno. Nei giorni antecedenti non sono mancate meditazioni e preghiere di riflessione tra cui l’invocazione carmelitana. Alla vigilia del 15 luglio il primo atto con la processione della statua della Madonna da Sant’Antonio fino all’antica chiesa del Carmelo con la benedizione dei giardini e la preghiera di intercessione per le attività agricole. In serata la messa sullo spiazzale della stessa chiesa e a seguire gli inni alla Madonna a cura del professor De Rosis. A chiusura i fuochi pirotecnici con successiva fiaccolata di ritorno a Sant’Antonio con supplica alla Madonna. Nella nottata Adorazione Eucaristica e veglia per tanti fedeli sino al Rosario e alla Santa Messa delle sei del mattino, funzione concelebrata dal parroco don Gaetano Federico e presieduta da monsignor Giuseppe Satriano che, ricordando l’importanza del culto Mariano, in alcuni tratti della sua omelia è stato perentorio: «La Madonna è esempio di credo da cui bisogna prendere grande esempio. Come il sì incondizionato di Maria anche la nostra fede deve rinnovarsi e essere specifica e continua nella vita quotidiana». Riferendosi poi all’importanza dell’abitino del Carmine, il vescovo è stato altresì chiaro: «La nostra fede non è un amuleto magico ma una professione in un padre misericordioso per cui spesso non siamo uniformi. Dobbiamo indossare sempre l’abito dei cristiani chiamati alla propria missione senza indugi ma consapevoli della verità in Cristo. In tutte le circostanze delle vita, buone o meno, dobbiamo avere chiaro il riferimento della cristianità». Non poteva mancare un riferimento al delicato periodo storico che viviamo tra fatti di cronaca internazionali sanguinosi: «Senza scendere nel merito delle vicende politiche si può affermare che chi uccide nel nome di Dio, specie tanti bambini e anime innocenti, quello stesso Dio non l’ha mai incontrato nella sua vita. L’inclinazione alla violenza, generatrice di una vita vuota e triste, deve lasciare il posto alla speranza che questo martirio possa cessare. Fiducia che deve risiedere nella nostra fede e nelle nostre preghiere quotidiane che saranno ascoltate dal Padre nonostante le nostre colpe e pause di distrazione». Molte anche le persone, tra bimbi e adulti, che per voto hanno indossato la veste della Madonna del Carmelo assistendo alle sante Messe presenti nell’arco della giornata.