COSENZA – Se è vero che molti cervelli calabresi sono in fuga per trovare fortuna altrove, c’è però una storia che va decisamente in controtendenza rispetto al trend a cui siamo abituati. Una storia bella da raccontare che vede protagonista un’eccellenza della chirurgia ortopedica che ha trovato in Calabria, a Cosenza, la sua isola felice.
E’ il dott. Marco Caforio, originario della Brianza, località situata tra Milano Bergamo Lecco e Como, che da poco più di un anno presta servizio alla Clinica Scarnati di Cosenza, struttura di preminenza in campo ortopedico e punto di riferimento per l’intera provincia e oltre.
Il dott. Caforio, persona affabile, cordiale e disponibile è specialista in chirurgia protesica e artroscopica, traumatologia sportiva, medicina orientale e agopuntura. Ci ha accolti nel suo studio, dove si è piacevolmente concesso alle nostre domande e ci ha raccontato il suo percorso professionale che lo ha portato a Cosenza, città che ama moltissimo e dove ha trovato la sua seconda famiglia.
D – Un percorso professionale che dal Nord, dalla Brianza, l’ha portata a Cosenza, dove ha deciso di vivere e lavorare. Ci racconti la sua storia
R – Vengo dalla Scuola di Formazione di Milano. Dopo la prima esperienza professionale all’Ospedale Ortopedico Gaetano Pini, dapprima nel reparto di ortopedia pediatrica, in seguito nel reparto Chirurgia Protesica (ndr ginocchio, anca e spalla) e Traumatologia dello Sport, ( ndr menischi, legamenti crociati, sutura della cuffia dei rotatori della spalla), ho vinto il concorso all’Ospedale Civile di Piacenza, dove sono rimasto per circa tre anni. Poco dopo arriva il felice – e oggi direi anche fortunato – incontro con il dott. Bisogno (ndr Primario della Clinica Scarnati di Cosenza), che ha fortemente creduto in me chiedendomi di trasferirmi giù in Calabria, sfatando, in un certo senso, l’ossessione ed il mito del posto fisso, per lavorare nel privato. E così è stato. Ho amato questa città e la sua gente sin dall’inizio. Ho trovato accoglienza, calore e affetto. Una scelta che, senza dubbio, rifarei senza alcun indugio.
D- A Cosenza, dunque ha trovato una seconda famiglia. Cosa le piace di più di questa nuova vita e di questa città?
R– Sono rimasto fin da subito colpito dalla gente, dal calore e dall’affetto. Mi piace molto il modo di vivere qui, certamente meno frenetico e meno stressante rispetto al nord, dove era praticamente impossibile accompagnare mio figlio all’asilo – a piedi- e sempre senza prendere l’auto recarmi a lavoro. Passavo ore in macchina prima di raggiungere il posto di lavoro. Qui è tutto più concentrato, è una città molto vivibile. E poi il sole, il caldo, il mare e la montagna a pochi passi, e senza dubbio la cucina. Meravigliosa. E’ tutto straordinario, come straordinari sono i colleghi di lavoro, persone eccezionali e altamente qualificate.
D – Entriamo nel merito dell’aspetto professionale. Ci sono degli interventi ortopedici che effettua con maggiore frequenza rispetto ad altri?
R– Sicuramente gli interventi di chirurgia protesica e artroscopica relativi a spalla e ginocchio. Per chirurgia protesica si intende la sostituzione dell’articolazione, per casi di usura delle articolazioni, di artrosi, o per fratture – nel caso della spalla. Tratto, invece, con chirurgia artroscopica i casi di ricostruzione dei tendini della spalla, per le rotture della cuffia dei rotatori, o i casi di reinserzione del cercine glenoideo per le lussazioni recidivanti, sempre della spalla; ma anche, nel caso del ginocchio, suture meniscali, meniscectomie, ricostruzioni dei legamenti crociati e legamenti collaterali. Sono molto interessanti ora i trattamenti rigenerativi, mediante l’utilizzo dei fattori di crescita, grazie al cosiddetto gel piastrinico. E’ una nuova tecnica che utilizza le piastrine contenute nel sangue del paziente stesso: nei granuli delle stesse piastrine sono presenti i Growth Factors – fattori di crescita, che re-inoculati mediante il Platelet Rich Plasma – gel piastrinico appunto – in un ambiente articolare, possono favorire la stimolazione di quel particolare tessuto, in questo caso cartilagine.
D – Che innovazioni, a livello protesico, ci sono oggi in campo ortopedico, rispetto a qualche anno fa?
R – Sicuramente si parla di chirurgia mininvasiva, e certamente l’innovazione interessante riguarda il materiale, il design protesico e specialmente le vie d’accesso sempre più risparmiose e limitate che permettono al paziente un recupero più rapido. Una innovazione interessante è anche la terapia post-intervento, che rende più agevole la degenza in riabilitazione e la ripresa alla vita normale senza più dolore.
D – Lei dott. Caforio è anche specialista in Medicina Orientale e Agopuntura. Quando è consigliabile intervenire in tal senso?
R– Sull’apparato muscolo-scheletrico l’agopuntura è indicata in via preventiva, perché anche la stessa medicina orientale sfrutta un certo tipo di filosofia, vale a dire, più un problema assume aspetti concreti, più è difficile trattarlo stimolando un meridiano o un agopunto. Ad esempio, una frattura, è molto difficile trattarla con i metodi della medicina orientale. Gli stessi medici specialisti orientali utilizzano sistemi tipici dell’ortopedia classica. Quando invece siamo di fronte ad altre patologie, come le allergie, è più semplice prevenirle e trattarle con l’agopuntura stessa. Una contrattura cervico brachiale, una lombalgia da stress, una cefalea muscolo tensiva, un mal di testa, che hanno come base una contrattura muscolare, possono essere trattate con la medicina orientale. Bisogna però sempre valutare il paziente con questa filosofia, con questi occhi, indagare la sua energia, e soprattutto valutare quale tipo di energia è necessario stimolare o ridurre.
D- Tecnologia ed ortopedia. Cosa ci riserva il futuro dal punto di vista delle tecniche chirurgiche?
R – Siamo sempre in continua evoluzione. Pensiamo a come prima ogni intervento avveniva con grossi accessi chirurgici, poi soltanto 25 anni fa entrava in voga l’artroscopia, cioè con sole 2 piccole incisioni si riusciva a sistemare un grosso problema all’interno dell’articolazione. Quindi interventi sempre più mininvasivi e con meno dispendio per il paziente ed un recupero più rapido. Negli ultimi anni poi la ricerca sta dando spazio a ciò che può far stimolare un tessuto degenerato, quindi alla rigenerazione. Sono convinto che altri passi avanti si faranno e sono altrettanto convinto dell’importanza di utilizzare, laddove è possibile, le tecniche più innovative per consentire al paziente un recupero sempre più celere.
Prima di congedarci, il dott. Marco Caforio rivolge un invito ad avere più fiducia nel medico e nello specialista, «la gente è molto spaventata- dice- si fida poco e ha paura. Vuole andare altrove, al Nord, appunto, per curarsi. E’ necessario dunque, instaurare con il paziente un rapporto di fiducia reciproca. Il paziente va rassicurato, va seguito costantemente anche con incontri più frequenti, è di assoluta importanza che si fidi dello specialista. E, ad onor del vero, non si sbaglia. Insomma, una bella storia da raccontare.
Raffaella Aquino